[lunedì 10 maggio] Partiamo molto presto tornando di qualche chilometro sui nostri passi, poi dirigiamo verso nord cominciando una nuova avventura. La strada presenta subito qualche asperità anche se per il momento ci sembra ben percorribile. La situazione però muta quando la pista inizia a restringersi tra sterpaglie e piccoli alberi, segno che in questo periodo i mezzi in transito sono stati ben pochi.
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Il musone che viaggia al traino ci rallenta e siamo costretti a fermarci un paio di volte per liberarlo dal fango. Come se non bastasse le condizioni della pista peggiorano repentinamente, liberare il mezzo dal fango diventa sempre più difficoltoso.
Improvvisamente le tracce della strada si interrompono definitivamente di fronte ad un burrone seguito da una foresta. Le guide dicono di tornare indietro fino al bivio precedente. La ragione è semplice, dopo ogni stagione delle piogge il paesaggio muta notevolmente e i primi ad avventurarsi in una zona spesso sono costretti a trovare strade alternative a quelle divenute impraticabili.
Scoraggiati e stanchi giriamo i camion, dopo una ventina di chilometri e diversi impantanamenti decidiamo di fermarci per la notte nel mezzo della boscaglia. Qui veniamo assaliti da insetti e nugoli di zanzare che fanno banchetto fino all’alba.
(questo diario e le immagini a corredo sono inedite e riguardano la spedizione Overland 12)