[sabato 10 aprile] Anche oggi sveglia all’alba: prima di partire dobbiamo porre rimedio all’enorme buca creata ieri liberando il musone. E’ necessario costruire un nuovo ponte in modo da rendere possibile il passaggio per il 330-dormitorio e il Trakker che erano in coda al Mensa. Ingaggiamo ancora una volta della manodopera locale che in breve tempo completa l’assito per garantire un passaggio in totale sicurezza.

Ripartiamo e cominciamo a notare dei miglioramenti nelle condizioni della pista. Via via il terreno si compatta e ci rendiamo conto che le grandi masse di argilla, causa di continui impantanamenti, ormai sono alle nostre spalle. I telefoni iniziano a dare segni di vita tanto che riusciamo a parlare con Gabriele che ci informa della preoccupazione di tutti. Il Governatore, ci viene riferito, ha persino inviato un elicottero per verificare la nostra posizione ed un fuoristrada pieno di viveri ad incrociarci.

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L’elicottero non lo vediamo, il fuoristrada invece lo incontriamo nel tardo pomeriggio impantanato da 15 ore in un enorme fossato. I ruoli si invertorno e siamo noi a togliere loro dai guai. Lungo la strada tiriamo fuori dal fango anche due camion locali, tra cui uno che trasportava medicinali per conto di Medecins sans Frontieres.

Finalmente usciamo dalla strada più impervia, ma i gli imprevisti non finiscono: un problema ad un Massif ci fa preferire il traino per controllarlo poi in un luogo più idoneo, mentre il Daily sembra avere qualche problema alla frizione ma prosegue senza particolari difficoltà.
Nonostante l’ora tarda siamo decisi a raggiungere Kashobwe dove siamo attesi dal governatore. Gli ultimi 60 chilometri sono percorsi nelle tenebre ma, fortunatamente, su una pista priva di particolari trabocchetti. Dopo 15 ore di viaggio, da poco passate le 2 di notte, arriviamo finalmente alla nostra meta. Siamo stanchi e ricoperti di fango ma contenti di aver raggiunto un luogo confortevole.