E’ ancora fresco e l’aria ci tiene ben svegli. La strada è trafficata ma pensando agli scorsi giorni è una meraviglia. Qualche frenata brusca ma riusciamo viaggiare verso il primo stop programmato per raccontare un pezzetto di storia di 100 anni fa!!! Ho sentito per radio che stanno cercando due luoghi che 100 anni fa fecero vivere a Scipione Borghese Barzini e Guizzardi ore pericolose. Ci fermiamo in una stradina laterale cercando un mulino che purtroppo non c’è più sopraffatto dall’ arrivo delle moderne strade e della tecnologia esasperata. Dicono che qui la macchina Itala sprofondò senza possibilità di uscirne. Dormirono nel mulino e il mattino seguente un gruppo di robusti contadini tirando le corde fecero uscire dal pantano la macchina e il suo carico. Sarebbe stato bello fare la foto al mulino ma ora i contadini non hanno bisogno della farina. Il pane lo trovano pronto croccante tutte le mattine nel negozietto del villaggio. Il secondo racconto pensando che sono passati 100 anni è ancora d’attualità. La traballante Itala viaggia su una pista che a volte attraversa piccoli gruppi di case. Mentre supera un carro trainato da un cavallo e guidato da un ragazzino, sfortunatamente forse il rumore fa impennare l’animale. Il ragazzino cerca di fermare il cavallo imbizzarrito ma per poco non ci rimette la vita. Poco più avanti un gruppo di contadini armati di bastoni e attrezzi da lavoro fermano la macchina e forse scambiati per Bolscieivici li minacciano paurosamente. Barzini estrae la pistola Mauser che tiene nella custodia carica e la punta verso di loro gridando. Fuga generale tra le grida di gioia e di paura dei tre Italiani. Il viaggio prosegue per me e i miei amici senza problemi al contrario di loro che forse 100 anni fa gia esausti vedevano Mosca come un miraggio.
L’Hotel di Kazan, la gente che incontriamo, i volti Mongoli, l’abbigliamento, ci segnalano che siamo entrati nel Tartastan di cui Kazan è la capitale. Domani visitandola ve la racconterò.