Guardando il cielo penso che oggi mi bagnerò i piedi. Vedo gli autisti della Itala e della Moto Ducati mettere tute particolari che nei giorni di sole non portano. Partiamo e incomincia a piovere, fa fresco, forse il bel tempo se ne è andato. Se almeno piovesse forte mi laverebbe un po’ il mio vestito arancione che ora è annerito dalla polvere e dal fumo dei camion che viaggiano su queste strade. I miei amici IVECO sono strepitosi, anno un apparato che brucia il fumaccio nero e dallo scarico nulla esce.
La foresta ha lasciato il posto alla steppa. Alberi bassi, paludi, terreni incolti. Poi mandrie al pascolo e ampi campi di grano dove enormi mietitrebbie in parallelo stanno effettuando il raccolto. Poi ancora paludi, un accenno di foresta- la strada oggi è perfetta. Andiamo veloci e siamo a Isim per cena. Questo villaggio sperduto nell’enorme territorio siberiano era cento anni fa un punto di incontro di mercanti che si riunivano due volte ogni anno. Ora è un centro minerario ed agricolo, sviluppatosi secondo il puro stile sovietico. Palazzoni tutti uguali strade diritte con alberate diffuse, gente che va e che viene a piedi, traffico limitato. Cento anni fa da queste parti un ricco possidente invitò Scipione Borghese e i suoi amici nella sua villa preparando un pranzo pantagruelico, che mise a dura prova i due italiani.