[martedì 27 aprile] Questa mattina lasciamo il villaggio che ci ha ospitato molto presto, l’idea è di raggiungere Goma in giornata. La strada che percorriamo e che costeggia il lago è di una bellezza incredibile. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.

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Improvvisamente un boato scompiglia la quiete della valle: non era uno sparo ne una frana, ma la ruota anteriore del Musone che entrando in una buca è letteralmente esplosa. Le operazioni per sostituire la gomma sono complicate dalla posizione inclinata del camion. Tornati in marcia, abbiamo percorso ben poca strada quando incrociamo un camion locale che nel tentativo di superarci si incastra contro il Musone dormitorio. Per disincagliare i due mezzi ci vuole quasi un’ora con l’utilizzo di verricelli e cric per riallineare i camion.

Attraversiamo ponti semi-distrutti, buche piene di fango e guadi su una strada spettacolare ma impervia e piena di tornanti. A metà pomeriggio incontriamo un altro camion in prossimità di un tratto fangoso. Ci sistemiamo su un lato della strada ma anche questa volta l’altro camion scivola sul terreno fangoso e si appoggia al musone. Fortunatamente le operazioni per separare i mezzi sono molto più veloci e ripartiamo in breve tempo.

Ma l’avventura è solo all’inizio, anche se ormai il sole sta calando all’orizzonte. Uno dei musoni si impantana malamente guadando un fiume. Agganciamo il verricello e iniziamo il traino del camion fuori dal guado, purtroppo la posizione del camion fa tendere il cavo oltre i suoi limiti e lo fa spezzare. Abbiamo un altro verricello ma la preoccupazione inizia a farsi sentire. Agganciamo il secondo verricello e con l’aiuto dei locali spaliamo il fango da sotto le ruote e finalmente il camion esce dal pantano.

Ormai è notte fonda e decidiamo di fermarci e montare il campo. Ma in questa giornata l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Un Massif è andato in avanscoperta per controllare la strada che ci attende. Con la sosta per attraversare il guado il mezzo si è allontanato molto. Riusciamo a contattare gli occupanti che ci confermano il rientro a breve.
Mezz’ora dopo il primo contatto però ci richiamano: in modo concitato ci fanno capire di essere stati bloccati in malo-modo da una camionetta della polizia Congolese e tratti in arresto.

A questo punto parte il secondo Massif pronto a raggiungere la stazione di polizia in cui sono stati condotti i nostri compagni. Anche questo viaggio si rivelerà un’avventura: la squadra partita con il Massif incontra diversi posti di blocco ed ogni volta viene fermata e minacciata a sua volta di arresto. Alle 3 del mattino i componenti dei due Massif si ricongiungono nella stazione di polizia a Sake dove gli occupanti del primo mezzo sono in stato di fermo e controllati a vista da guardie munite di Kalashnikov. Si deve aspettare la mattina per parlare con il capo della polizia, per i nostri compagni non c’è possibilità di muoversi (tanto-meno per andare in bagno) o avere contatti con l’esterno: tutti i cellulari sono stati sequestrati.

Nel frattempo il gruppo rimasto al campo con i due Musoni passa la notte senza avere notizie degli altri.