Il risveglio mattutino è “fresco”. Giornata difficile oggi. Sento dire che la strada sarà molto difficile con il fondo in alcuni tratti completamente distrutto. Sento dire che tre persone vogliono andare in treno sulla Transiberiana per vedere, filmare, fotografare questa realtà di trasporto umano e di merci che in estate e in inverno indifferentemente collega l’ovest all’est della sterminata Russia. Una della tre persone è Maghi che mi ha sempre condotta fin dall’inizio. Loro vanno alla stazione ferroviaria. Noi partiamo verso Niznevdinsk con oltre 300 km da percorrere. Appena fuori città, tutto si ferma. Qualche problema sorge alla stazione ferroviaria. Beppe che oggi è alla mia guida con il Massif di Filippo raggiungono i tre che sono stati fermati dalla polizia perché Paolo ha filmato l’interno della stazione. Dietro grossi cancelli che sono le classiche “stanze” di attesa per i delinquenti Paolo deve cancellare quanto ha filmato. Giancarlo e Maghi sono in attesa della soluzione finale, che avviene con l’intervento di Vladimir. Possono prendere il treno ma non filmare ponti, vagoni e la ferrovia:solo la vita interna delle carrozze. Ripartiamo. La strada è scorrevole ma troppa polvere si vede in lontananza. Eccola la strada distrutta:parzialmente in costruzione ha lastroni di cemento che si sono sollevati per la spinta del terreno sottostante. Un disastro: entro nelle buche lentamente e esco con altrettanta calma e scurezza. A volte percorro di traverso la sponda destra di questa traccia di strada alla ricerca di una via di percorrenza meno distrutta e avvallata. Tutto in funzione di non raschiare sotto sui sassi pezzi di crosta dell’antica strada andata distrutta. Il traffico è contenuto ma al limite del possibile. Un camion è carico di vetri e specchi. Procede a 2-3 km/ora..chissà quando arriverà a destinazione. Per 90km la strada non cambia. Ci voglio oltre 4 ore.
Improvvisamente trovo zone con asfalto freso che mi alleviano la fatica. Decisamente qui si viaggia meglio. Il pericolo di una grande buca è presente ovunque. Sosta per carburante. In uno sperduto villaggio recuperiamo i tre che hanno viaggio in treno. Poi tutto si appiattisce con il buio e arriviamo a destinazione verso le 23.30. Qui c’è anche un’ora in più per il fuso orario cambiato.
Io riposo nel cortile del pensionato dei vigili del fuoco. Gli altri vanno a cena fuori. Poi tutto finisce nel freddo di una notte umida e chiara con la luna piena che su alta in cielo forse ride di questo nostro strano e scomodo modo di viaggiare.