Alicudi, Isole Eolie

Le isole Eolie sono indubbiamente turistiche ma una di queste “sette sorelle”, Alicudi, ha conservato un fascino senza tempo. Essendo una delle più lontane dalla costa non è stata invasa dal turismo di massa. Nell’isola si trova un solo paesino, piccolissimo. La scuola è una stanza con un solo banco visto che gli alunni sono due. Le strade asfaltate non ci sono: lungo le gradinate camminano asini, l’unico “mezzo di trasporto” che si trova nell’isola.

 Il terreno, naturalmente, è di tipo vulcanico: anche se la caldera è oggi spenta la terra è fertilissima per l’agricoltura. Si pratica molto anche la pesca. L’energia elettrica viene fornita da generatori e batterie ma ci sono anche i lumi a petroli. Il tempo viene scandito dall’arrivo degli aliscafi (con cui arrivano anche gli insegnanti). E’ il paradiso per i turisti che si sanno adattare senza comodità: non ci sono atm, né farmacie o internet point. Ma nessun posto in Italia come questa isoletta ecologica regala questo senso di pace. D’estate qualche turista si spinge fino a qui, incuriosito dalla vita a Alicudi: sono soprattutto tedeschi, ospitati in una comunità locale che vive senza energia elettrica. D’inverno il paese conta poco più di una quindicina di persone. Tutti si battono per preservare l’identità culturale e la scuola, a rischio chiusura. Il sabato arriva in aliscafo il prete, il lunedì la maestra Beatrice, venerdì il maestro di religione. Le uniche due bambine-alunne sono Sabrina, di otto anni, e Francesca, sette anni. La vecchia maestra in pensione, la signora Teresa, è in prima file in questa battaglia: lei stessa riuscì a far portare ad Alicudi il satellite e una lavagna multimediale e ora commenta: “la chiusura della scuola significherebbe la morte della comunità”. Le case sono sparpagliate nel paesino senza un apparente senso logico. Per chi fosse curiosi di vederla, Alicudi si trova a largo, a circa 53 miglia da Milazzo. Dall’aliscafo la sua sagoma appare come un guscio di riccio.