Il tracciato impossibile con il quale il Camerun “accoglie” la spedizione riporta alla memoria il difficilissimo ingresso in Sierra Leone, quasi un mese fa. Più in generale, l’intero Camerun offre un riassunto degli 11’000 kilometri percorsi in terra africana: con la sua grandissima diversità geografica, etnica e culturale, questo paese sembra una rappresentazione su scala ridotta dell’intero continente.
Il Camerun racchiude entro i suoi confini quasi tutti i paesaggi africani, come deserti e paludi, savana e foreste pluviali; circa 250 differenti gruppi etnici, due idiomi ufficiali e 230 lingue e dialetti. Fortunatamente per questo paese, tale analogia vale solo per alcuni dei problemi che perseguitano il resto del continente, dai quali il Camerun sembra essere stato in parte risparmiato.
La Repubblica del Camerun gode infatti di una stabilità politica e sociale nettamente superiore a quella dei paesi vicini: la relativa tolleranza nei rapporti fra etnie, così come l’assenza di una risorsa naturale talmente abbondante da scatenare un conflitto, hanno permesso al Camerun di passare gli ultimi quarant’anni in uno stato quasi ininterrotto di pace militare. La povertà è diffusa, ma sembra essere meno estesa rispetto ad altri paesi dell’area, mentre il tasso di alfabetizzazione è fra i più alti dell’Africa sub-sahariana.
In compenso, un altro problema tipicamente africano si manifesta qui con particolare virulenza: secondo Transparency International, il Camerun è uno dei paesi più corrotti della terra. La bustarella è un passaggio obbligato nella vita di tutti i giorni, necessario per ottenere qualsiasi tipo di servizio: dal rinnovo dei documenti all’ammissione in ospedale, dalla riscossione di una fattura al recupero di una salma all’obitorio per svolgere un funerale. Secondo un recente sondaggio, oltre l’80% dei cittadini camerunensi ammette di aver corrotto un funzionario pubblico almeno una volta. Se a questa piaga sociale si sommano salari ridottissimi e un costo della vita relativamente alto, non c’è da sorprendersi che un semplice aumento del costo del carburante abbia scatenato nel 2008 una protesta nella qualle hanno perso la vita circa cento persone, fra civili e forze governative.
La guerra civile in Sierra Leone fu alimentata dai diamanti, ma la sua causa scatenante fu la corruzione endemica della classe dirigente. Sembra che questa malattia stia iniziando a minare le fondamenta della pace sociale camerunense: il Camerun deve combatterla a tutti i costi, se vuole evitare in futuro di assomigliare alla Sierra Leone in qualcosa di ben più importante del fondo stradale.
In Camerun la spedizione ha vinto l’ennesima sfida: neanche le infernali piste camerunensi hanno potuto fermare i camion arancioni. Chissà quali prove attendono il team oltre la frontiera con il Gabon?
{multithumb}