Quando si tratta di Africa l’immaginario occidentale trabocca di equivoci ed esagerazioni; ciò è particolarmente vero nel caso del voodoo, che evoca scene hollywoodiane di zombies, sacrifici umani e bambole infilzate. La realtà incontrata dal team di Overland 12 in Benin è ben diversa: certamente alcuni aspetti del voodoo possono sembrare grotteschi, ma si tratta a tutti gli effetti di una religione organizzata, e in quanto tale merita rispetto e tolleranza.

In Benin il voodoo ha radici millenarie, che le potenze coloniali non riuscirono a strappare nonostante la dura repressione e i tentativi di evangelizzazione; neanche la dittatura marxista-leninista che governò il Benin fra il 1972 e il 1989 riuscì a soffocare la fede dei beninesi. Nel 1996 il voodoo fu dichiarato religione ufficiale dello Stato. Per capire l’importanza del voodoo nel Benin odierno basta pensare che, quando nel 1997 il Presidente Kerkou omise un riferimento al voodoo nel suo giuramento presidenziale, le proteste della popolazione e una sentenza della Corte Costituzionale lo costrinsero a ripetere il giuramento secondo la formula prestabilita.

Contrariamente a quanto si pensa in occidente, il voodoo – propriamente detto Vodun –  è una religione monoteistica. Il creato discende da un solo dio, Mawu, che non interagisce con gli uomini ma delega tale compito ad un insieme di spiriti. È a questi spiriti – assimilabili nella forma ai santi della tradizione cristiana – che i fedeli offrono sacrifici, con la speranza che esaudiscano desideri e richieste specifiche. La dimensione sovrannaturale è in contatto costante con quella terrena: gli spiriti possono manifestarsi nel corpo dei fedeli, facendoli entrare in uno stato di trance del quale poi non ricordano nulla; si pensa che toccare il corpo di un credente in trance possa addirittura causare la morte. Le anime dei defunti sono sempre presenti, pronte ad ascoltare ogni falsità pronunciata dai vivi.

I due aspetti del voodoo che colpiscono maggiormente per la loro cruenza sono i feticci e i sacrifici. I feticci sono di solito parti di animali disseccate – come zampe di scimmia e teste di coccodrillo – alle quali vengono attribuite poteri curativi o protettivi. I sacrifici offerti agli spiriti durante i rituali prevedono l’uccisione di una capra, un cane o una gallina, ed è piuttosto comune che i danzatori in trance bevano il sangue dell’animale sacrificato. Agli occhi di un occidentale queste pratiche possono sembrare crudeli e violente; a tali critiche i seguaci del voodoo rispondono che anche i cristiani bevono il sangue di Cristo, se pur figurativamente.

Non è compito di Overland prendere parte a dispute teologiche, ma piuttosto osservare con la dovuta apertura e tolleranza tutte le culture incontrate lungo il percorso; ed è ciò che la spedizione continuerà a fare in Nigeria, prossimo paese sull’intinerario e tema del prossimo approfondimento.