Con l’ingresso in Mali la spedizione ha varcato la soglia di quella parte del continente che più di ogni altra stimola l’immaginario collettivo occidentale: l’Africa Nera. Terra ricchissima di storia e di cultura, il Mali è un paese di contrasti, dove la povertà più estrema fa da contraltare a un sistema politico stabile e democratico. Lungo gli oltre 1300km percorsi da Leré a Kangaba, il team di Overland 12 ha avuto modo di toccare con mano tanto il grande patrimonio culturale che questo paese porta in dote, come la profonda povertà che affligge le sue genti.
Il Mali è uno dei paesi più poveri al mondo. Occupa il quintultimo posto nella classifica mondiale dello sviluppo umano stilata dalle Nazioni Unite, e la maggior parte della popolazione – il 77% – vive con meno di due dollari al giorno. La mortalità infantile è altissima, ma nonostante ciò quasi metà della popolazione ha meno di 15 anni: basti pensare che, con una media di oltre 7 figli per donna, il Mali ha il secondo tasso di fertilità più alto del mondo. Le malattie endemiche complicano decisamente la situazione: secondo il Ministero della Salute ogni anno circa il 17% della popolazione viene colpito dalla malaria; anche il colera e la tubercolosi hanno un’incidenza molto alta, mentre l’HIV ha un tasso di diffusione relativamente basso rispetto al resto dell’Africa.
Con questo quadro socioeconomico il Mali sembrerebbe un terreno poco fertile per lo sviluppo di una democrazia stabile: eppure la democrazia ha messo radici forti in questo paese, che secondo l’associazione Freedom House è uno dei più liberi dell’intero continente. Nel 1991 un colpo di stato pacifico pose fine a oltre trent’anni di regime monopartitico e governo militare, soppiantandoli con un sistema semipresidenziale democratico e pluralistico; da una generazione ormai le elezioni si tengono regolarmente e nel pieno rispetto della costituzione. Oltre a diffondere le libertà civili, l’avvento della democrazia ha dato un notevole impulso all’economia, tanto che dal 1991 ad oggi il PIL pro-capite in termini reali è raddoppiato pur restando lontano dai livelli di sussistenza.
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Ma forse la speranza più grande per il futuro del Mali sta nella sua stessa gente, che nonostante le grandissime difficoltà da affrontare ogni giorno è sempre pronta a guardare avanti col sorriso: lo stesso sorriso con il quale ha accolto il team di Overland 12 villaggio dopo villaggio, città dopo città.
È quindi con un pò di malinconia che la spedizione si lascia alle spalle questo straordinario paese e si dirige verso una nuova destinazione: la scopriremo assieme nel prossimo approfondimento. Restate in scia!