Il difficilissimo passaggio dalla Sierra Leone alla Liberia segna l’ingresso nel sesto paese sull’itinerario di Overland 12. La rotta prevede una breve percorrenza nella zona nord-ovest prima del ritorno in Guinea-Conakry; il poco tempo passato in Liberia è comunque sufficiente per assorbire l’atmosfera di timida rinascita che permea il paese dopo le drammatiche vicende degli ultimi anni.
La Liberia è un caso unico nel panorama africano: è infatti il solo paese del continente a non essere mai stato colonizzato dagli europei. Furono piuttosto gli ex-schiavi neri provenienti dall’America ad insediarsi in questo territorio, battezzandolo “la terra dei liberi” (Liberia, appunto). I coloni Americo-Liberiani dettero vita dal 1847 in poi ad una nazione fondata sul modello degli Stati Uniti; per i centotrent’anni successivi governarono il paese senza integrare politicamente i popoli tribali, nonostante questi abitassero nell’area da secoli. La situazione esplose nel 1980, quando un gruppo di ufficiali di discendenza tribale assassinò il presidente della repubblica e insediò al suo posto il sergente maggiore Samuel Doe.
Dal colpo di stato del 1980 la storia della Liberia inizia a ricordare quella della vicina Sierra Leone. Per nove anni Doe governò col pugno di ferro, reprimendo le libertà civili e soffocando nel sangue qualsiasi tentativo di opposizione; non riuscì comunque a prevenire lo scoppio di una guerra civile nel 1989, nella quale egli stesso perse la vita sotto tortura. Al termine di sette anni di conflitto un nuovo dittatore controllava la Liberia dalle ceneri di Monrovia: Charles Taylor, un signore della guerra già responsabile di crimini atroci contro la popolazione della Sierra Leone.

La dittatura di Taylor fu ancora più brutale di quella del predecessore. Nel 1999 le armi ripresero a sparare, segnando l’inizio di un’altra guerra civile; solo nel 2003, con l’arresto di Taylor e la fine della guerra, sono venuti alla luce i dettagli sull’assurda violenza del regime. Secondo le testimonianze raccolte al processo contro Taylor, i gruppi armati agli ordini del dittatore sono responsabili – tanto in Liberia come in Sierra Leone – di omicidi di massa, di stupri e torture sistematiche, di amputazioni forzate e di atti di cannibalismo.
Il parallelismo fra la Liberia e la Sierra Leone vale anche per il presente: il nuovo governo democratico, retto da Ellen Sirleaf – la prima donna eletta capo di Stato in Africa – sta facendo il possibile per riportare il paese alla normalità. La strada è tutta in salita: l’aspettativa di vita in Liberia è di solo 42 anni; la mortalità infantile è la terza più alta al mondo, mentre il PIL pro-capite, a circa 370 euro l’anno, è il quinto più basso. Sembra però che la sicurezza – condizione fondamentale per la rinascita del paese – sia stata finalmente ristabilita, come il team ha potuto sperimentare in prima persona
Purtroppo non può dirsi lo stesso del paese del prossimo approfondimento: tornate a trovarci per scoprire cos’è successo alla spedizione in Costa d’Avorio…