Passata la frontiera fra Sahara Occidentale e Mauritania, Overland 12 si avvia verso la fase “calda” della spedizione. Purtroppo non ci riferiamo solo alla temperatura: varie agenzie governative sconsigliano i viaggi in Mauritania a meno che non siano assolutamente necessari. Ma Overland farà di necessità virtù, con tutte le dovute precauzioni e con la piena consapevolezza dei potenziali rischi; dopotutto la strada per Città del Capo passa da qui!

La Repubblica Islamica di Mauritania offre un chiaro spaccato dei problemi che affliggono l’area del Sahel. La povertà è endemica: quasi metà della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. Le strutture sanitarie sono estremamente carenti: a fronte di una popolazione di circa 3’300’000 persone sono presenti solo 313 dottori – uno ogni 10’500 persone –  1’900 infermiere e 2’400 posti letto in ospedale. Inoltre la convivenza fra le etnie di discendenza araba e berbera e le etnie nere non è esente da tensioni: la schiavitù è stata ufficialmente abolita per ben tre volte nell’arco del ventesimo secolo, e nuovamente criminalizzata nel 2007. Ma in prospettiva il problema più grave della Mauritania è la desertificazione. Dall’indipendenza del 1960 ad oggi il deserto ha strappato ai Mauritani oltre il 90% dei terreni coltivabili, costringendo la popolazione – storicamente nomade – a sedentarizzarsi; attualmente solo lo 0,01% del territorio è coltivato in maniera continuativa, e ciò si riflette in un grave deficit alimentare e in una malnutrizione diffusa. Il forte incremento demografico rende ancora più pressante la ricerca di una soluzione a questo problema, inasprito – come se non bastasse – dai cambiamenti climatici di cui siamo tutti responsabili.

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La presenza di gruppi terroristici non facilita affatto l’arduo cammino della Mauritania verso l’autosufficienza. Gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili da questo punto di vista: dal 2005 la Mauritania è stata oggetto di almeno sei attacchi terroristici, in cui hanno perso la vita oltre trenta cittadini mauritani, francesi e americani; una diretta conseguenza di ciò è stata la cancellazione della Parigi-Dakar nel 2008. Gran parte di questi attacchi sono stati rivendicati da un gruppo terroristico legato ad Al Qaeda; tale gruppo è responsabile anche del rapimento di un nostro connazionale, Sergio Cicala, e della moglie Philomenee Kaberee, lo scorso 18 dicembre al confine con il Mali. Alla coppia va tutta la solidarietà dello staff di Overland, nella speranza di un loro rapido ritorno a casa.

E sarà proprio il Mali la prossima tappa della spedizione: tornate a trovarci nei prossimi giorni per l’approfondimento su questo paese, tanto ricco di storia e di cultura quanto, purtroppo, povero di risorse economiche e sanitarie.