Siamo qui a parlare ancora di civili uccisi in Afghanistan, civili ignari dei motivi di una guerra che a loro porta solo morte e distruzione. A rendere ancora più amara la vicenda è che il massacro di undici bambini afghani e di due donne (senza contare il ferimento di altre sei persone) è stato compiuto da quelle forze di ‘liberazione’ della Nato, le stesse che starebbero attaccando ed invadendo una nazione per proteggere la popolazione.
La Nato ha in dotazione apparecchiature di ultima generazione e dalla tecnologia impeccabile, per cui non è assolutamente ammesso l’errore; poi è facile venire a parlare di scudi umani utilizzati dai talebani. I soldati dovrebbero essere addestrati a queste situazioni e i mezzi aerei, così come quelli di terra sono assolutamente in grado di colpire con precisione chirurgica. Allora perché un’intera abitazione è stata abbattuta e colpita a Shigal, nell’est dell’Afghanistan?
Purtroppo il dolore per queste tredici vittime verrà lasciato cadere nell’oblio, giustificato dall’inevitabilità degli effetti collaterali in una guerra in cui il fine giustifica i mezzi, per un bene più grande: la libertà, che però sembra non arrivare mai e, anzi, nel caso degli undici bambini e delle due donne, è stata persa per sempre. Per capire quanto sia stato ‘efficiente’ l’attacco, basta fare due calcoli: per uccidere otto talebani sono stati massacrati undici civili. Non c’è molto altro da dire, solo che questa infame guerra sta sterminando troppi civili. Purtroppo, però, come accaduto in passato, la memoria è selettiva, e questo eccidio verrà lasciato dimenticare come decine di altri.