La cucina di Porto Rico è stata influenzata dalle correnti europee (Spagna per lo più) e africane, ma a partire del XIX secolo sono diventati gli Stati Uniti il nuovo punto di riferimento in ambito culinario.
Da quando Porto Rico entrò a far parte del territorio americano, tra l’altro, i rapporti con la Spagna cambiarono e il prezzo dell’olio si alzò drammaticamente, rendendo di fatto proibitivo acquistarlo: questo cambiò anche le abitudini di frittura degli abitanti di Porto Rico, che scelsero come grasso il lardo, fino agli anni ’50/’60, quando gli Stati Uniti iniziarono a produrre olio di mais. Anche il bacon americano ha giocato un ruolo importante nella cucina portoricana, utilizzata insieme a riso, fagioli stufati e carne, principalmente di pollo.
Uno dei più succulenti piatti prodotto dalla cucina portoricana sono le Chuletas can-can, che già dal nome incuriosiscono a creano interesse. Si tratta di una saporitissima combinazione di sapori e di maestria culinaria, delle braciole di maiale, la cui estensione del nome can-can non è nota, ipercaloriche ma di una bontà davvero rara.
Il taglio della carne è di circa 2 Kg, che vengono poi marinati per due giorni, quindi cotti lentamente al forno per circa un’ora e mezza, poi fritti e serviti fumanti. La frittura permette di creare una crosta croccante che contrasta benissimo con la carne succosa e tenera.
Un piatto spettacolare, anche se pesante, un rappresentante ideale della cucina di questa isola del Mar dei Caraibi. L’accompagnamento ideale della chuletas can-can sono il riso, i fagioli e i platani (sia fritti che al forno oppure bolliti..ma è solo una questione di gusto, ormai le calorie non contano più, giusto?).
L’invenzione delle chuletas can-can si deve ad un famoso ristorante di Porto Rico a Guayanilla, fuori San Juan, chiamato La Guardarraya (“il guardrail”).