Dopo l’incontro di Kyoto che ha siglato l’entrata in vigore dell’omonimo protocollo, il 16 febbraio 2005, l’Italia è favorevole a un suo prolungamento, caldeggiando l’intesa Kyoto 2. Durante la Conferenza sul clima di Durban, ormai giunta al termine, il ministro italiano dell’Ambiente, Corrado Clini, ha dichiarato che lo scopo principale è quello di promuovere e diffondere le nuove tecnologie pulite tra i Paesi più sviluppati e quelli in via di sviluppo, in modo che i processi di industrializzazione abbiano il minor impatto possibile sull’ambiente e sul clima.
L’Italia ha subito stretto un’alleanza con la Cina, ormai tra le prime potenze mondiali, di 3,6 milioni di euro proprio per portare avanti il progetto. Ma, se da un lato ci sono Italia, Cina e altre nazioni pronte a rinnovare il protocollo di Kyoto per una seconda fase, ci sono Stati Uniti, Canada, Russia e Giappone che invece frenano e si mostrano contrari alla proposta, ritenendola inadeguata e inutile a risolvere i problemi, perché le misure prese andrebbero a coprire tra il 15% ed il 30% delle emissioni mondiali. L’Italia è invece molto attiva su questo fronte ed è infatti impegnata in campagne di promozione dell’energia verde nelle isole del pacifico e di tecnologia pulita in Messico, Brasile, Marocco, Tunisia e nella stessa Cina, con la quale porterà avanti un progetto low carbon che prevede l’abbassamento delle emissioni.