Al momento le auto elettriche sono al centro dell’attenzione mediatica, grazie alla loro attuale capacità di confrontarsi senza riserve con i motori a combustione. Se qualche anno fa erano considerate un mezzo ancora sperimentale, in grado di percorrere lentamente brevi distanze, oggi questo concetto è stato completamente ribaltato e una macchina elettrica non solo può vantare un design accattivante, ma offre anche prestazioni di altissimo livello.
Purtroppo, però, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica le auto elettriche non riescono a scrollarsi di dosso l’immagine erronea e vetusta che le ha marchiate a partire da fine anni ’90; per questo motivo, persone come il 21enne Ricky Gu, canadese iscritto alla facoltà di ingegneria della British Columbia, hanno deciso di intraprendere avventurosi viaggi per far capire a tutti come in realtà stanno le cose.
Nel caso in questione, Ricky Gu ha riadattato un Maggiolino del 1972 ad auto elettrica a 0 emissioni, soprannominandolo E-Beetle. Il costo per la ristrutturazione è stato di circa 20mila dollari (a fronte dei circa 2.000 spesi per l’acquisto della macchina), ma poi durante il percorso da ovest ad est (oltre 6.400 Km) ha ricevuto donazioni e fondi per finanziare l’impresa. Questo dimostra come a tenere lontane le persone dalle auto elettriche siano più i costi che l’idea di possedere un veicolo poco performante; anche se, alla fine, nel corso degli anni se ne ammortizzano diversi, come la benzina, l’olio, la manutenzione al motore e così via.
L’E-Beetle ha offerto, durante il lungo viaggio, performance eccellenti, viaggiando ad una velocità massima di 140 Km/h (parliamo di un’auto del 1972) e con un’autonomia di 300 Km alla velocità media di 100 Km/h. E per ricaricare? È bastato collegare l’auto alla prese di corrente classiche che si trovano nei campeggi.
Con l’E-Beetle il giovane canadese ha voluto dimostrare come con un’auto elettrica sia possibile compiere anche grandi imprese, allo stesso livello delle classiche vetture a combustione.