Il nuovo governo cambia rotta rispetto alla direzione presa dall’esecutivo precedente, che aveva imposto una stretta sull’attività dei coffee shop vietandone l’ingresso ai turisti stranieri. La decisione verrà affidata alle singole città e il primo cittadino di Amsterdam, Eberhard van der Laan, in un’intervista al giornale Volkskrant, ha già fatto sapere che la sua sarà una politica di apertura.
I 220 coffee shop della città saranno aperti di nuovo anche ai non residenti in Olanda. Il motivo, è facile intuirlo, è soprattutto economico: il business della marijuana e dell’hashish rappresenta un’entrata importante per la città, così come anche gli introiti della prostituzione legalizzata (analogo discorso è stato fatto non a caso in seguito alla proposta di chiudere il quartiere a luci rosse).
Statisticamente circa sette milioni di turisti si recano ogni anno ad Amsterdam, e quasi un milione e mezzo di visitatori fa visita ad uno di questi caffè per fumare cannabis. Come spiega il quotidiano che riporta l’intervista, il «criterio della residenza» resta tecnicamente in vigore, ma «la sua applicazione sarà decisa dalle singole municipalità caso per caso». E a quanto pare il sindaco di Amsterdam ha già deciso di dire addio alla tanto criticata «carta cannabis», entrata in vigore il primo maggio 2012 nel sud del Paese e che sarebbe dovuta diventare effettiva in tutti i Paesi Bassi dal 1° gennaio del 2013.
Felici i gestori dei coffee di shop che avevano anche fatto inutilmente ricorso alla Corte contro un provvedimento giudicato discriminatorio. E contenti, c’è da scommetterci, anche molti turisti.