bevande nativi d'america Le bevande, così come il cibo, rappresentano la fonte di sostentamento primaria per l’uomo, ma al tempo stesso vengono elaborate nel tempo per creare dei prodotti non solo necessari alla sopravvivenza, ma anche piacevoli da gustare. Vista la particolare ricchezza di ricette che tramandate dai nativi d’America, è interessante andare a scoprire anche quali fossero le bevande da loro utilizzate, e per quali scopi.

 Ad est, ad esempio, erano di solito consumate bevande derivanti principalmente dalle varietà di tè. Nei pressi del Lago Superiore (uno dei Grandi Laghi del Nordamerica), gli Ojibwe erano soliti preparare le varietà di tè a partire dal wintergreen (foglia di tè sempreverde del Canada), dai lamponi, dall’abete e dai fiori di ciliegio. Può darsi ancora oggi, ma non si sa quante ricette siano ancora in uso. Nel sudest, invece, era comune il tè ottenuto dal sassafrasso, che poi ottenne popolarità anche tra i non nativi.

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Una delle preparazioni più famose, ancora oggi utilizzate dagli Ojibwe, è lo Swamp Tea, che viene consumato per curare malattie come il raffreddore o l’influenza. Tra i Cherokee (ma probabilmente non solo loro) sono popolari delle bevande ricavate dal frutto della passione, che viene bollito, oppure dall’immersione di sacchetti di spino di giuda in acqua calda.

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Alcuni ritengono che la bevanda più diffusa tra i nativi del sudest fosse il black drink, un tè di agrifoglio con un notevole contenuto di caffeina. Questa bevanda possiede anche una rilevanza culturale significativa, poiché viene utilizzata per riti di purificazione e durante i consigli delle comunità.

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