pomCon una manovra a sorpresa, Mosca, che sembrava apparentemente intenzionata a ritardare il più possibile l’intervento degli Stati Uniti in Medio Oriente, ha annunciato di star facendo pressione sulla Siria perché smantelli immediatamente il suo arsenale di armi chimiche.

Sergei Lavrov, il ministro degli esteri russo, ha annunciato la proposta dopo un confronto a Mosca con il suo collega siriano, Walid al-Moallem. Lavrov ha detto di aspettarsi una rapida e positiva risposta da Damasco; l’obiettivo è quello di evitare un attacco congiunto di Stati Uniti e Gran Bretagna: la proposta ha aggiunto così una nuova e inaspettata dimensione alla crisi siriana, dato che finora la situazione prevedeva unicamente l’attacco dagli Stati Uniti contro la Siria. Il Dipartimento di Stato ha dichiarato di voler considerare in maniera molto scettica la proposta russa, come riportato dal portavoce statunitense Marie Harf. Secondo alcuni, infatti, la Russia starebbe adottando una tattica di stallo. Sempre la Harf, sostiene che in passato la Siria avrebbe rifiutato più volte di distruggere le proprie armi chimiche. Anche il premier britannico, David Cameron, ha espresso scetticismo, avvisando che il piano della Russia potrebbe essere una tattica diversiva intesa a rallentare la possibilità di un attacco militare guidato dagli Stati Uniti. In risposta a Mosca, da Downing Street arriva la conferma dell’appoggio militare per l’intervento. Così si è espresso David Cameron: “un’azione forte è ancora necessaria; dovremmo giudicare il regime di Assad per le azioni che già sono state commesse”.