l'avana, cuba Abbiamo sempre visto Cuba come quel mondo rimasto indietro nel tempo, forse addirittura in un’altra dimensione; l’ultimo baluardo di comunismo non sanguinario, la dittatura di Fidel Castro che aveva fatto la storia, sfidando una superpotenza come gli Usa e imponendo il proprio volere.

Auto d’epoca, palazzi coloniali pregni di storia, un popolazione meravigliosamente accogliente e una natura spettacolare. Cuba è stata per anni una meta turistica dalla doppia faccia: per il turismo di massa, quello che porta soldi, e per un turismo culturale, di scoperta. Al di fuori dei grandi villaggi turistici di città come Varadero, sono le piccole località o i quartieri di L’Avana a nascondere veri e propri tesori, come i palazzi storici o le esibizioni canore e danzanti di grandi artisti.

Oggi, però, potremmo essere giunti ad una svolta, nostalgica, per alcuni grandiosa ed attesa, per altri disastrosa: stiamo parlando dell’apertura degli Stati Uniti, un disgelo che porterà a breve alla fine dell’embargo e ad altre conseguenze. Sicuramente cambierà l’assetto politico, che correrà rapidamente verso la “democrazia”, poi probabilmente inizierà la fase di americanizzazione che ha già coinvolto praticamente tutti i Caraibi.

Cuba restava l’ultima resistenza al capitalismo. Raul, il fratello minore di Fidel Castro, ha preso il posto del “jefe” da ormai molto tempo, viste le precarie condizioni di salute del suo predecessore; neanche lui è più un giovanotto, anno 1931, 83 anni. Probabilmente il suo successore seguirà l’invito di Obama ad aprirsi a sua volta all’occidente. Cambierà tanto, tutto, Cuba non sarà più Cuba, la Baia dei Porci resterà una bella località di mare e il 1961 una data sul calendario. Intanto la gente discute animatamente, anche per strada, le sorti di una nazione non ancora pronta a cambiare così radicalmente.

 

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