Anche la gastronomia è sempre più aperta alle culture straniere: in Italia ormai sono numerosissimi non solo i ristornati cinesi e giapponesi ma anche vietnamiti, thailandesi, messicani etc. Noi stessi con questa rubrica “Ricette dal Mondo” vi abbiamo presentato tantissime ricette da copiare da ogni parte del mondo. Ma per sperimentare la cucina internazionale a volte è opportuno conoscere la lingua onde evitare pasticci tra i fornelli! Oggi non vi presentiamo nessuna ricetta bensì la lista dei fraintendimenti più comuni in cui incorre chi non è proprio poliglotta! A raccontarceli sono proprio gli chef italiani più famosi all’estero: Berton, La Mantia e Oldani.
Andrea Berton, chef del ristorante Trussardi alla Scala di Milano, 2 stelle Michelin racconta che all’inizio nella sua mente si accavallavano le parole con assonanza simile, pensiamo ad esempio a chicken (pollo) con kitchen (cucina). E’ vero che nella gastronomia forse bisognerebbe conoscere soprattutto il francese e che si tratta di un lavoro così faticoso da non lasciare molto tempo allo studio, ma sta di fatto che molti grandi cuochi italiani “cadono” sull’inglese. Filippo La Mantia, chef siciliano attualmente impiegato nel ristorante dell’hotel Majestic di Roma, racconta di quando nel 2006 ha addestrato il personale di cucina del resort Losari Coffee Plantation, a Giava, in Indonesia. Per “salvarsi” dal suo inglese elementare ha dato ad ogni collaboratore il nome di un ingrediente: melanzana, pomodoro, cappero etc. In questo modo ha evitato gaffe con i nomi e i collaboratori hanno imparato gli ingredienti in italiano. Una lavagna magnetica lo ha aiutato a ricordare i nomi degli ingredienti principali in lingua inglese.
In media per diventare cuochi all’estero bisognerebbe conoscere almeno 100 vocaboli “gastronomici”. Perché se è vero che il linguaggio del cibo è universale con i clienti a tavola e gli aiuto cuochi bisogna pur saper comunicare! Davide Oldani, conosciuto come lo chef pop, che ad inizio carriera è andato a lavorare a Le Gavroche di Michel e Albert Roux come stagista a Londra, i problemi con la lingua hanno quasi portato alla rissa con il famoso e irascibile collega Gordon Ramsay. Quest’ultimo infatti parlava il dialetto scozzese e i fraintendimenti erano all’ordine del giorno. Sicuramente l’esperienza internazionale ha aiutato questi cuochi a migliorare il loro inglese “maccheronico” (mai termine è stato più congeniale).