[giovedì 15 aprile] L’arrivo a Pweto avviene prima dell’alba, ma alcune formalità burocratiche ci impediscono di scendere subito dalla chiatta. Siamo così costretti ad aspettare l’apertura degli uffici delle autorità di frontiera. Infatti, nonostante che la nostra destinazione di partenza e di arrivo sia sempre in Congo, siamo costretti a rifare le pratiche doganali perché il lago confina con lo Zambia. Nel frattempo ci rechiamo al mercato del villaggio per i rifornimenti di viveri necessari per affrontare i prossimi giorni che saranno nuovamente nel mezzo della foresta congolese.
{multithumb}
La città di Pweto mostra i segni della guerra, proprio in queste zone si sono consumati alcuni momenti tragici della guerra che ha accompagnato questa regione del Congo nei decenni precedenti. Quando iniziamo il cammino incontriamo anche campi profughi e relitti di alcuni carri che a detta di Gas e Paolo (i nostri autisti-Carabinieri) sono di fabbricazione brasiliana ad indicare la presenza degli angolani in quella che fu definita una guerra mondiale africana.
La pista che da Pweto ci accompagnerà sino a Kalemie si presenta subito in condizioni migliori di quella che nei giorni scorsi abbiamo percorso sino a Kashobwe. Nonostante ciò la pista rimane difficile e tra una buca e l’altra giungiamo alle pendici del passo più alto della zona. La salita è molto impegnativa, inoltre lo spazio ristretto attraverso la fitta foresta crea parecchie difficoltà nei frequenti incroci con veicoli che giungono dall’opposta direzione.
Arriviamo al villaggio di Kabulo ormai al tramonto, decidiamo così di accamparci nei pressi di un piccolo ospedale che viene anche visitato dal nostro medico. Al di là della strada scopriamo anche una sorgente di acqua fresca e potabile.
La sera organizziamo uno dei CinemArena più belli della spedizione. Con il camion di traverso sulla strada e il telone appeso su un lato montiamo il proiettore sull’altro lato della strada e improvvisamente tutto il villaggio si porta nei pressi del cinema dove l’aria si riempie immediatamente della poesia dei filmati di Overland e del Ballon Rouge.