Il Mediterraneo è una zona di enorme interesse ecologico, perché vanta una biodiversità rara ed è facilmente accessibile. Probabilmente è proprio questa sua ultima caratteristica ad aver fatto ‘indebitare ecologicamente’ il Mediterraneo, come ha dichiarato il Wwf tramite il suo rapporto annuale Living Planet. Il problema principale è dovuta al sovrasfruttamento e sovraffollamento delle coste, nonché l’incuria nei confronti di zone boschive e delle foreste.
Praticamente il deficit ecologico è aumentato del 230% negli ultimi 40 anni, con punte del 150% nell’ultimo quadriennio. L’urbanizzazione e la richiesta di maggiori servizi ha acuito il problema. I Paesi che hanno maggiormente inciso sull’impronta ecologica del Mediterraneo sono stati quelli economicamente più forti, cioè la Francia, con il 21%, l’Italia con il 18% e la Spagna con il 14%. Con un totale che supera il 50%, per soli tre Paesi.
Il Wwf ha proposto anche una soluzione per la riduzione del debito ecologico, promuovendo, in collaborazione con Club di Roma, Ocse e Commissione Europea, il programma ‘Oltre il PIL’, che consiste nell’introduzione dei parametri ecologici per individuare lo stato di benessere e di progresso di un Paese. Mentre sono proprio i Paesi più nocivi per il Mediterraneo ad attuare norme di deregolamento del capitale naturale, in realtà bisognerebbe investire in questi ultimi, per permettere alla natura dell’area mediterranea un progressivo, ma efficace, recupero delle proprie risorse.