Overland20 diario 16

Foto di ©Francesco Sangalli – overland.org 

Approfondimento. Ed eccoci di nuovo a Nouakchott, capitale della Mauritania. Ci siamo passati un paio di settimane fa, dandole però solo un’occhiata veloce. Ora avremo finalmente la possibilità di studiarla molto meglio per qualche giorno, anche per vedere se le prime impressioni che ci ha fatto verranno confermate o smentite.

La giornata inizia con una colazione a base di pane, burro e marmellata: niente di strano quindi, se non fosse per il fatto che attorno alla marmellata, servitaci in un piattino, volano tante di quelle mosche da far quasi impressione. Mangiamo comunque tutto ciò che ci viene servito, per poi uscire finalmente dall’albergo e andare a scoprire questa nuova città.

 

Ci dirigiamo dal macellaio: sappiamo infatti che, da queste parti, si mangia dell’ottimo cammello, e ovviamente non possiamo non verificarlo in prima persona. La macelleria non si discosta troppo da quelle a cui siamo abituati in Italia: è semplicemente un po’ più sporca e tenuta peggio, ma niente di davvero preoccupante. Vedere le immagini di mucche affiancate a quelle dei cammelli per mostrare le qualità di carne offerte ci fa sorridere, essendo noi abituati a vedere quegli animali nelle classiche foto turistiche nel deserto e non nei nostri piatti. Grazie al nostro albergatore, che ci fa da guida in questi giorni nella capitale, ne compriamo varie parti da fare alla griglia, non dopo però aver discusso animatamente con il macellaio che cercava di farci pagare più del dovuto solamente perché Europei (non è la prima volta, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima). La curiosità di assaggiare questa nuova carne è tanta, e quindi, non appena rientrati, ecco che Giannino si mette subito all’opera per preparare il grill e prepararci un ottimo piatto a base di carne di cammello. Il sapore è davvero ottimo, e molto difficile da descrivere per chiunque non lo abbia provato, quindi… non vi resta che assaggiarlo a vostra volta non appena ne avrete la possibilità.

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Passiamo qualche ora in albergo per riposarci dai tanti spostamenti degli ultimi giorni, per poi muoverci verso la spiaggia solo nel tardo pomeriggio. Vogliamo ammirare lo spettacolo delle navi colorate dei pescatori che tornano a riva dopo una dura giornata di lavoro carichi dei frutti del loro mestiere. Non è esattamente come ce lo aspettavamo: non esiste alcun porto, o per lo meno non come quelli a cui siamo abituati noi: possiamo vedere solo una lunga fila di navi adagiate sulla sabbia mentre altre imbarcazioni cercano di sfruttare il cambio della marea per uscire dall’acqua ed essere lasciate in quelli che crediamo essere i loro posti assegnati. I pescatori poi non sono per niente amichevoli, anzi: molto probabilmente abbiamo a che fare in questo momento con la gente più scontrosa che abbiamo incontrato da quando siamo sbarcati in Africa settimane fa. Pochissimi ci permettono di fare foto e video, e molti si arrabbiano anche solo per il fatto che teniamo in mano la nostra apparecchiatura fotografica (anche se spenta). Dopo qualche tentativo e qualche foto e video di nascosto, ammiriamo il sole passare l’orizzonte scomparendo nell’Oceano circondati dalle classiche grida e suoni che si possono sentire in mezzo a tanti pescatori.

Con l’oscurità che comincia ad aumentare ci spostiamo nel mercato del pesce adiacente al porto. C’è tantissima gente, se possibile ancora più scontrosa di quella sulla spiaggia. I nostri nasi vengono colpiti da un fortissimo e poco piacevole odore di pesce marcio: il pescato invenduto delle giornate precedenti viene semplicemente lasciato ai lati delle bancarelle a marcire. Il che non fa che peggiorare la già brutta impressione che stiamo avendo di questo posto. Mentre Roberto e Francesco scattano foto e video ad un pescivendolo questo, mozzando la testa ad un grosso pesce con il suo coltellaccio, fa schizzare del sangue in faccia ad entrambi: non una cosa molto divertente.

La situazione, come potete immaginare, si sta facendo meno simpatica ogni secondo che passa. Dopo pochi minuti, mentre siamo in coda ad una bancarella (un semplice cumulo di bancali su cui sono appoggiati innumerevoli pesci) un locale comincia ad urlarci contro in francese: capiamo che ce l’ha con noi in quanto Europei. Urla che lì c’è gente per bene, mentre in Europa solo alcolizzati. Lì la gente ha il cuore aperto, mentre da noi sono tutti egoisti e senza cuore. Smettiamo di ascoltarlo, ma altra gente non fa lo stesso: si raduna una piccola folla attorno a noi e per la prima volta proviamo paura. Arriva un poliziotto, ma, invece di renderci più tranquilli, ci fa capire quanto la situazione si stia facendo complicata: invece di sedare gli animi dei pescivendoli ci invita duramente ad andarcene, dicendo che noi e le nostre macchine fotografiche non siamo i benvenuti. Per evitare problemi più difficili da gestire decidiamo di svicolare tra la folla il più velocemente possibile e di ridirigerci ai mezzi per tornare in albergo.

È un piacere liberarsi di quell’odore e di quella situazione molto antipatica. Purtroppo questa serie di eventi non ci permette di dipingere un ottimo quadretto di Nouakchott, ma anche questo fa parte del viaggio: non tutto ci piacerà, non sempre troveremo gente simpatica e gradevole. Speriamo solo vivamente di non dover descrivere molte altre volte un luogo in questo modo durante il nostro viaggio.

 

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