
Foto di ©Francesco Sangalli – overland.org
Approfondimento. La seconda giornata di approfondimento nella capitale mauritana è dedicata principalmente alle riprese: torniamo in spiaggia per far decollare il drone guidato da Filippo. Rivediamo dall’alto il porto e il mercato del pesce della scorsa sera, e non desideriamo minimamente avvicinarci nuovamente.
Dopo una ventina di minuti circa la batteria si esaurisce, costringendo Filippo ad atterrare, non con troppo dispiacere però: approfittando della bella giornata ci siamo portati dietro il costume da bagno, che ci infiliamo al volo per lanciarci subito nell’Oceano. È molto meno freddo e molto più forte di quanto ci aspettassimo. Passiamo i successivi quindici minuti a divertirci come dei bambini, con la nostra guida, l’albergatore, che ci guarda con una nota di disappunto sul volto dalla spiaggia. Non ce ne importa molto: non capita spesso di poter fare il bagno nell’Oceano ad ottobre!
Una volta usciti dall’acqua ci asciughiamo e torniamo sui veicoli per dirigerci verso il deserto per delle nuove riprese. Portiamo con noi l’Amarok e il Rockton, i due veicoli più adatti ad affrontare le insidiose due di sabbia che incontreremo. Dopo diversi minuti di girato purtroppo però l’Amarok si insabbia dopo un salto in una zona difficilmente raggiungibile dal Rockton, così che ci vediamo costretti a mettere mano alla pala e a cercare di tirare fuori il nostro veicolo scavando. Passano circa 3 ore, e nel frattempo finiamo anche l’acqua, abbastanza essenziale quando si lavora nel deserto più grande del mondo! Arrivati quasi alla disperazione capiamo che l’unica cosa che ci è rimasta da fare è di portare lì anche il Rockton, rischiando di insabbiarlo a sua volta e di rimanere definitivamente bloccati, ma è necessario per attaccare il verricello dell’Amarok e tirarlo fuori. Non neghiamo che sono attimi di ansia quelli in cui osserviamo l’altro veicolo avvicinarsi, temendo di vederlo bloccarsi da un momento all’altro. Però non è così: arrivato su una piccola duna ad una decina di metri dall’Amarok, il Rockton si ferma agilmente, pronto per fare da perno e aiutare il proprio compagno di viaggio a tirarsi fuori da questa scomoda situazione. In pochi minuti risolviamo il problema e ricominciamo con le riprese per un’altra oretta.
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Rientriamo in albergo a metà pomeriggio con una fame e una sete pazzesche, avendo saltato il pranzo a causa del ritardo accumulato nel deserto. Facciamo così una breve merenda prima di uscire di nuovo per visitare il centro della città, in cui sappiamo trovarsi un mercato molto frequentato dalla gente del posto. Effettivamente scopriamo poco dopo che è davvero affollatissimo: ci sono persone praticamente ovunque e si fatica a trovare un centimetro di terra libero. La stessa folla che c’è sui marciapiedi la si può trovare anche in strada, a piedi, a bordo di veicoli (che siano macchine, biciclette o carretti trainati da asini), e ognuno fa quello che vuole infischiandosene del codice stradale (facendoci tornare alla mente il terribile traffico indiano di Overland19, che, se possibile, era addirittura peggiore di questo).
Come al porto e al mercato del pesce anche qui in molti non solo non vogliono essere fotografati o ripresi, ma si innervosiscono per la sola presenza della nostra attrezzatura fotografica. Per evitare di ricreare situazioni spiacevoli come quella di ieri al mercato del pesce decidiamo di tornare sui nostri veicoli e andare in spiaggia a riprendere il tramonto, che manchiamo purtroppo per un pelo: lo spettacolo delle nuvole che si tingono di rosa per la luce del sole ormai scomparso dietro l’orizzonte però ci ripaga ampiamente di questa breve deviazione.
Torniamo infine all’albergo, dove troviamo la moglie del nostro albergatore intenta a cucinarci un piatto tipico a base di cous cous, carote, patate e carne di cammello. Dobbiamo essere onesti, questa volta il cammello non ci piace tanto quanto ci era piaciuto alla griglia, ma siamo comunque molto grati alla padrona di casa che ci ha permesso di assaggiare un nuovo piatto che non avevamo mai provato prima!
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