
Foto di ©Francesco Sangalli – overland.org
Ci svegliamo in riva all’Oceano, in un hotel fatto da poco più che capanne, ma in una posizione così bella da rendere il tutto davvero molto suggestivo. Siamo senza fretta, abbiamo deciso di concederci una mattinata di riposo. Sistemiamo i veicoli, facciamo il pieno, compriamo scorte di cibo e acqua.
Cambiamo un po’ di soldi per avere in tasca più banconote (sempre molto utili quando si è in Africa, perché non si sa mai cosa possa capitare durante i numerosi controlli della gendarmeria locale). Nel pomeriggio partiamo dirigendoci verso est, per oltrepassare il Gambia, una lunga striscia di terra completamente circondata dal Senegal, e avvicinarci al confine con la Guinea, nostra prossima tappa. Passiamo la prima notte a Kaolack, dove già avevamo soggiornato negli ultimi mesi per alcune serate di CinemArena, questa volta però siamo solo di passaggio. La mattina successiva partiamo di buon’ora verso Tambacounda, dove cambiamo direzione puntando verso sud: abbiamo oramai superato il Gambia, e possiamo quindi dirigerci finalmente verso la Guinea.
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Dopo non pochi chilometri di strada sterrata in mezzo alla foresta passiamo il confine, molto velocemente considerando gli standard delle dogane africane, e molte delle persone presenti riconoscono i nostri mezzi e il logo di CinemArena: ne siamo molto felici, questo significa che il programma di sensibilizzazione che Overland sta appoggiando sta funzionando molto bene. Una delle guardie doganali, vedendo i nostri passaporti italiani, cerca freneticamente qualcosa nei cassetti della sua scrivania: pochi secondi dopo tira fuori orgoglioso un diploma italiano dell’Arma dei Carabinieri, dai quali era stato addestrato. Non potevamo insomma essere più fortunati di così, e per la prima volta durante questa spedizione passiamo un confine in meno di due ore, guadagnando molto tempo sulla tabella di marcia.
Non incontriamo un distributore di benzina da circa 150km, e nonostante la grande autonomia dei mezzi Volkswagen stiamo finendo il carburante. L’autonomia è ormai al minimo quando finalmente ne incontriamo uno: un vero colpo di fortuna. Dato però che non ci si può mai fidare troppo del carburante locale abbondiamo anche di Tunap, l’additivo che ci sta permettendo di non avere alcun tipo di problema ai motori dei veicoli da quando siamo entrati in Marocco. Continuiamo a viaggiare fino a Labé, una città nel nord della Guinea famosa per il suo artigianato locale. Ai lati della strada possiamo ammirare numerosi “negozi” in cui sono messi in vendita letti e mobili in legno completamente intagliati e decorati a mano: un vero spettacolo.
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Passiamo a Labé la seconda notte di questo nostro trasferimento, e ne siamo molto felici, perché essendo questa una città di montagna (ci troviamo a circa 1600m s.l.m.) riusciamo a dormire beatamente senza patire minimamente il caldo. Ripartiamo per l’ultimo tratto di questo breve viaggio dirigendoci verso Conakry, la capitale della Guinea: ci mettiamo più di dieci ore per percorrere all’incirca 400km, perché la strada di montagna su cui ci troviamo è disseminata di buche molto profonde e spesso nascoste che potrebbero rischiare di danneggiare gravemente i nostri mezzi se prese a velocità troppo elevate.
Come monito di questo fatto incontriamo di fatti molti mezzi ribaltati, incidentati o addirittura in fiamme: spesso vediamo viaggiare mezzi tanto mal ridotti e al contempo tanto carichi che ci chiediamo come sia possibile che ancora riescano a viaggiare. Arrivati in prossimità di Conakry ci torna alla mente uno dei motivi per cui non amiamo generalmente le città africane: il traffico terrificante. Macchine, motorini e camion ovunque, spesso con mezzi contromano anche in quella che dovrebbe essere la super strada. Il codice stradale è ovviamente l’ultima cosa a cui pensano gli automobilisti di qui, e oltre a tutto questo alle volte siamo costretti a rallentare, quasi a fermarci del tutto a causa di un fitto fumo proveniente dalle pile di immondizia in fiamme ai bordi della strada, che riduce la visibilità a pochissimi metri.
Finalmente arriviamo però in albergo e possiamo dimenticare il traffico africano per qualche giorno: domani infatti sarà una giornata di pausa qui a Conakry per riorganizzarci un attimo, e poi partire di nuovo.