Overland20 diario 21

Foto di ©Francesco Sangalli – overland.org 

Colazione a base di uova appena fatte su alcune fette di pane, accompagnate da una tisana o, per chi preferisce, del caffè. A rendere il tutto più delizioso c’è del miele selvatico raccolto a mano pochi giorni fa dai dipendenti di questo lodge nella foresta che ci circonda. Passiamo il resto della mattinata sotto la capanna che fa da sala ristorante per scaricare e riorganizzare tutte le clip girate da Roberto negli ultimi giorni, mentre Filippo e Beppe si dedicano alla programmazione dei prossimi giorni e gli altri ne approfittano per un breve bagno nell’Oceano.

Dopo la colazione veramente superba, Giannino decide di viziarci ulteriormente cucinando davanti alla sua capanna un semplice (ma incredibilmente buono) piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino, con un’aggiunta di acciughe. Anche il proprietario di questo piccolo angolo di paradiso non riesce a resistere alla tentazione e si siede a tavola con noi per mangiare un piatto che ben gli ricorda quegli anni passati in Italia. Svuotati i piatti (due volte ovviamente, dato che tutti prendono il bis) ci dirigiamo verso un vicino villaggio chiamato York.

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Questo agglomerato ha la particolarità di essere composto da edifici del tutto differenti da quelli a cui siamo abituati. Seppur costruiti con materiali diversi e più poveri, ricordano le grandi ville neoclassiche presenti nel sud degli Stati Uniti d’America e in alcune zone dell’Inghilterra. Abbiamo poco dopo la fortuna di incontrare per caso il capo di questa comunità, che si presta a rispondere a tutte le nostre numerosissime domande: Jurlick Pratt, il sindaco di questo paesino, ha molto a cuore York e la sua gente, ed è più che fiero nel raccontarci come qui non ci sia neanche il bisogno di una stazione di polizia, poiché le persone sono pacate e civili. Ed è proprio la verità: assistiamo in prima persona ad un dibattito tra due abitanti, e rimaniamo stupefatti dall’educazione con cui si affrontano a vicenda. In Italia sarebbe stato molto difficile assistere ad uno spettacolo del genere, mentre qui, ora, davanti a noi, stiamo ascoltando il diverbio di due persone che provano tanto rispetto verso l’altro da non avere nemmeno il bisogno di alzare la voce. Semplicemente meraviglioso.

Tornati al lodge troviamo ad attenderci Martin, il proprietario, con la cena già pronta. Oggi ci delizia con dei giganteschi gamberoni di giornata accompagnati con patate bollite e carote. Una cena del genere in Italia si può fare solo nei migliori ristoranti di lusso, qui invece è la normalità. Dopo cena decidiamo di accendere un falò sulla spiaggia. Ci fate compagnia? Un piccolo sforzo di immaginazione: non abbiamo elettricità, l’acqua corrente non sempre funziona, mangiamo ciò che la natura circostante ogni giorno di offre, dormiamo in capanne adiacenti alla spiaggia ed ora ci troviamo seduti tutti assieme attorno ad un falò. Il profumo della legna che brucia, lo scoppiettio del fuoco, una leggera e piacevolissima brezza soffia alle nostre spalle e sopra di noi ci sono tante stelle così diverse da quelle a cui siamo abituati in Italia.

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Sentiamo anche i rumori della giungla circostante: i pipistrelli da frutta, le foglie mosse dal vento e l’incessante rumore di onde che ritmicamente si infrangono sulla spiaggia a pochi metri dal nostro accampamento. In momenti come questo, a migliaia di chilometri da casa, immersi nella foresta equatoriale e a pochi passi dall’Oceano siamo felici. Ci rendiamo pienamente conto di quanto sia bello e importante viaggiare per scoprire, per imparare e per lasciarsi ammaliare. Presi dalle emozioni, il pensiero non può che andare alle persone che amiamo, a quanto desidereremmo averle ora con noi, per condividere tutto questo. E nella mente promettiamo a noi stessi che un giorno ce le porteremo, e saremo tanto felici che quasi ci sembrerà impossibile che tutto questo, che di solito si vede soltanto nei film, non solo è reale, ma starà capitando proprio a noi. Uno alla volta, in silenzio, ci allontaniamo dal falò che si sta spegnendo per andare a dormire nelle capanne. La notte è ormai inoltrata, un’altra giornata è finita, ma il concerto della natura attorno a noi continua e ci culla dolcemente fino a farci addormentare serenamente.