Overland20 diario 25

Foto di ©Francesco Sangalli – overland.org 

Ci svegliamo poco dopo l’alba. Finita la colazione (come al solito accompagnata dal miele selvatico locale raccolto a mano dai dipendenti nella foresta circostante) ci muoviamo tutti insieme per andare al parco di Tacugama, una riserva dove viene protetto lo scimpanzé, elemento fondamentale nell’ecosistema della Sierra Leone.

Ci guida Aram, un canadese ex uomo d’affari che ha deciso di mollare tutto per trasferirsi qui e dedicare la sua vita alla protezione di questa specie e alla salvaguardia della foresta tropicale qui presente, che l’uomo sta distruggendo. Ci dice infatti che in Sierra Leone è sopravvissuta solo il 7% della foresta originaria.

Il parco di Tacugama va contro corrente, piantando decine di migliaia di alberi ogni anno e ponendosi come obiettivo per il 2019 il piantare più di centomila alberi, per dare così al governo locale un esempio di come sia possibile combattere la deforestazione di questa regione. La deforestazione però non è l’unico motivo che sta portando gli scimpanzé all’estinzione: sono infatti molti gli indigeni che, ancora oggi, li cacciano per mangiarli, nonostante la grande pericolosità di questa abitudine. Difatti, avendo gli scimpanzé e gli umani un genoma che corrisponde quasi al 95%, spesso è possibile che le malattie che infettano una specie siano trasmittibili all’altra, quali hiv, ebola, colera o anche più semplicemente un raffreddore.

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Un’altra questione davvero molto interessante di cui ci parla Aram è che, nonostante la recente guerra civile e il pericolo della diffusione dell’ebola di qualche anno fa, secondo il global peace index la Sierra Leone è il 35° paese più sicuro al mondo, addirittura più in alto di nazioni come l’Inghilterra e … l’Italia! Ringraziamo calorosamente Aram per la sua enorme disponibilità e per la sua incredibile forza d’animo. Vi invitiamo a visitare il sito del Parco Tacugama www.tacugama.com, a cui potrete fare piccole o grandi donazioni che saranno davvero molto utili per gli scimpanzé, o, se siete interessati a saperne qualcosa di più, vi invitiamo a contattarli via mail all’indirizzo info@tacumaga.com.

Ci lasciamo alle spalle la foresta per dirigerci verso la città di Freetown, capitale della Sierra Leone. Qui possiamo ammirare il gigantesco albero di cotone al centro della città e che è oramai entrato nella leggenda. Si narra infatti che fu proprio attorno a questo albero secolare che si stabilirono gli schiavi neri liberati negli USA al rientro in Africa. Leggenda o meno, non si può che rimanere affascinati dall’imponenza di questo enorme albero, che fa anche da abitazione a numerose famiglie di pipistrelli da frutta.

Entriamo nel museo nazionale della Sierra Leone, per cercare di scoprire qualcosa di nuovo che fino ad ora ci era sfuggito, ma sfortunatamente, a parte la riproduzione di alcuni costumi utilizzati dai danzatori e dalle danzatrici locali nei periodi di festa, non troviamo nulla di davvero interessante. Torniamo così stanchi, ma soddisfatti dalla lunga giornata, alle nostre capanne in riva all’Oceano per quella che sarà l’ultima notte in questo piccolo angolo di paradiso. Parcheggiati i veicoli Volkswagen abbiamo a malapena le energie per mangiare un boccone, prima di buttarci a letto e chiudere così un’altra intensa giornata di viaggio.

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