Km:; media oraria:km/h
Dislivello in salita:m 700
Tempo di percorrenza: ore 6,5

Meno tre.Il conto alla rovescia si fa giorno dopo giorno più serrato. Fino ad una settimana fa le variabili che determinavano le difficoltà di una tappa erano la lunghezza e il dislivello in salita. Da quando pedaliamo in pianura, invece, il fattore che più incide sul tempo finale è l’attraversamento delle grandi città per le soste ai semafori e per il traffico infernale che richiede semprela massima prontezza di riflessi. Oggi dovremmo incontrare addirittura il capoluogo della provincia dell’Hubei, Shijiazhang, una metropoli di circa otto milioni di abitanti. E questo in una tappa di per se stessa impegnativa per la lunghezza: quasi duecento chilometri. Il piano di battaglia di spessore napoleonico viene studiato al dettaglio su di una carta stradale cinese. Impensabile cercare di entrare in autostrada a Dingzhou dove sarebbero alte le probabilità di trovare la polizia. Il casello dista inoltre 20 chilometri dalla città e in caso di insuccesso dovremmo ritornare indietro per la stessa strada aumentando di 40 chilometri il computo finale. L’idea, allora, è di proseguire per circa una trentina di chilometri sulla G 107 e tentare l’assalto al casello della cittadina di Gaoyi distante solo un paio di chilometri dalla nazionale. In caso positivo, avremmo potuto seguire l’autostrada fino oltre l’uscita nord di Shijanzhang per poi rientrare nella nazionale. Per paura del caldo e del chilometraggio partiamo addirittura alle 5,30, praticamente al buio, ed effettuiamo il primo settore della tappa su di una strada quasi deserta. A Gaoyi deviamo a destra e, come al solito, passiamo dal casello in volata contando sulla sorpresa. Lasciamo ai pulmini al seguito il compito di spiegare la situazione e di convincere il sempre riottoso casellante che ci avrebbero inseguiti per farci uscire al primo svincolo. Il piano ha successo e di casello in casello raggiungiamo Shijazhang che “baypassiamo” senza problemi a est. Il clima, del resto, è favorevole. Una fitta e umida nebbia avvolge l’autostrada e la campagna circostante nascondendo il sole e creando un effetto da “autunno in Val Padana”. Il paesaggio è triste e uggioso, ma la temperatura sopportabile a parte la fortissima umidità che impregna le ossa. Al casello prima di quello della nostra meta, usciamo dall’autostrada (questa volta volontariamente) e riprendiamo la nazionale per

poter trovare un “baracchino” di bibite gelate da accompagnare al pane e Nutella. Alle 12,30 siamo già in hotel, appena in tempo per scampare al sole che riesce a forare la nebbia e a farci grondare di sudore.