Km: 129; media oraria: 25,5 km/h
Dislivello in salita: 500 m
Tempo di percorrenza: 5,10
Più infreddoliti che abbronzati lasciamo il deserto del Tarim attraversato senza particolari problemi in sei tappe e affrontiamo gli ultimi contrafforti orientali del Tien Shan. Dopo lo scavalcamento di una dorsale di aride colline di sabbia modellate dall’erosione, ci accoglie un vastissimo altopiano minutamente irrigato e coltivato a grano, frumento, girasoli e viti. Nel bazar di un villaggio acquistiamo pomodori (per condire la programmata pastasciutta pomeridiana), pane (ancora quello alla cipolla) e la prima dolcissima uva di Turpan famosa per i suoi chicchi senza semi e di forma allungata, conosciuti come “i capezzoli di giumenta”. Per intenderci ci serviamo sempre dei vocaboli dei turchi uyguri dello Xinjiang, simili a quelli imparati negli stati dell’Asia centrale, visto che per noi è difficile pronunciare correttamente le parole del cinese pinyin il cui significato varia a seconda dei toni (quelli di base sono ben quattro più uno neutro!) che si imprimono alle varie sillabe. E’ facile invece capire quanti yuan dobbiamo pagare poiché tutti i venditori, sia uyguri che cinesi, usano il sistema di contare con le dita. Il dieci, ad esempio, viene qui indicato incrociando le dita, altrove col pugno chiuso. Ritornati sulla strada, riprendiamo a combattere con il suo fondo disastrato tutto cunette e dossi, con molti tratti di sterrato. Il fatto è che al suo fianco è ormai in fase di ultimazione una moderna autostrada della quale è stato appena posato un perfetto manto di asfalto. Decidiamo così di dividerci. I tre mezzi di appoggio (il pullman cinese, il Daily e il furgone) continueranno sulla vecchia carrozzabile. Noi invece imbocchiamo l’autostrada che, anche se non ancora inaugurata, è comunque percorribile dai ciclisti. Essendo i due tracciati quasi sempre paralleli, pulmini e ciclisti rimangono per qualsiasi evenienza sempre in vista. Ci riuniamo dopo una cinquantina di chilometri quando il bitume ancora caldo e qualche interruzione sconsigliano di proseguire in bicicletta. La meta è però vicina e consiste in un modernissimo centro vacanze dall’allettante nome di Parfume Space realizzato dallo Xinjiang Travel Tourism e dotato di albergo, ristorante, piscina, pista di go kart tra campi coltivati a vite. Pomeriggio domenicale dedicato alla preparazione della pastasciutta, ai bagni e al relax nell’aria fresca dei 1200 metri. Il deserto del Tarim sembra già lontano!