La Cina ha previsto l’utilizzo di droni (aerei senza equipaggio) per spiare le industrie che producono inquinamento, nell’ambito di una battaglia ambientale portata avanti con particolare convinzione.
Il ministro della protezione ambientale, Zhai Qing, ha detto che i droni sono stati recentemente utilizzati nelle province di Pechino, di Shanxi e di Hebei, ovvero le aree maggiormente colpite dal fenomeno, a causa della presenza di un alto numero di centrali alimentate a carbone, di acciaierie e di cementifici.
I droni sono in grado di coprire un’area di 70 Kmq in un volo di due ore, garantendo notevoli risparmi in termini di tempo e di soldi. Per questo motivo, il governo sarebbe orientato ad utilizzarli anche per altre aree. Al momento gli aerei impiegati sono quattro, introdotti nel 2012, e costano circa 1.3$ di dollari, secondo le stime ufficiali riportate da un ufficiale ministeriale, Yang Yipeng. Il quale aggiunge che è semplice riconoscere se il livello dell’inquinamento è oltre limiti, perché basta vedere il colore del fumo: solo se è bianco, vuol dire che i depuratori stanno svolgendo il proprio compito.
I droni sono utilizzati principalmente per raccogliere evidenze riguardo la violazione di norme sull’inquinamento, ma il loro compito è anche quello di valutare le prestazioni dei governi locali in tema di rispetto dell’ambiente: nelle zone fuori Pechino, infatti, è davvero difficile svolgere controlli efficaci a terra, perché spesso le persone del posto vengono informate dell’arrivo delle ispezioni e riescono a sospendere rapidamente le produzioni.