Il turismo ecologico, o ecoturismo, come viene ora nominato, è un’attività che interessava prima solo pochi adepti, mentre adesso sembra essere diventata d’avanguardia e oltremodo chic. Benvengano le tendenze seguite in massa quando portano a risultati benefici! Il turismo sostenibile e rispettoso della natura sta sostituendo quello del cemento, anche perché i viaggiatori cercano pace e tranquillità, due condizioni in via d’estinzione nella società moderna. Questo cambiamento è stato notato anche dall’Unep, il programma Onu per l’ambiente, il quale ha infatti capito che puntare sulla variazione dell’offerta e su attività in grande spolvero, come quella del birdwatching (l’osservazione di uccelli nel loro habitat naturale) è utile ad incrementare gli introiti nel settore.
Non per niente, negli Stati Uniti, lo scorso anno, l’ecoturismo ha visto crescere un giro d’affari di oltre 32 miliardi di dollari. Quindi nel turismo responsabile non rientrano solo le visite ai musei o le divagazioni culturali: flora, ma soprattutto fauna, sembrano essere le privilegiate. E su tutti svettano gli uccelli, tanto che, oltre al caso degli Usa sopra citato, anche in Scozia si è verificato un simile fenomeno, con un giro d’affari di oltre 12 milioni di sterline prodotto dal tentativo di avvistare le aquile dalla coda bianca residenti sull’isola di Mull.
L’Unep si sta quindi muovendo in una direzione favorevole alla protezione degli uccelli migratori, prede preferite dai birdwatchers. Se da una parte risulta triste che tanta attenzione alla tutela di componenti così importanti per la biodiversità ambientale cresca in rapporto al business che essa crea, dall’altra si può sperare in un cambiamento radicale di tendenza e di coscienza.