[sabato 9 gennaio] La giornata di oggi inizia in modo diverso dal solito, non partiamo subito ma la sveglia matuttina è sfruttata per visitare El Jadida, dove abbiamo pernottato.
El Jadida dal 2004 è Patrimonio dell’Umanita UNESCO per il suo passato di colonia fortificata Portoghese (dal 1500 a fine 1700) sotto il nome di Mazagan dove la cultura iberica e marocchina si uniscono in maniera unica nell’architettura, tecnologia di costruzione e pianificazione della città. Le aree di maggiore interesse, citate anche nella proclamazione dell’UNESCO, sono la “cisterna” e la chiesa de l’Assomption.

Partiamo quindi in tarda mattinata alla volta di Agadir su un’autostrada in buone condizioni. Lungo il bordo della carreggiata distese di alberi Argan, frantoi, e montagne di noccioli estratti a mano delle bacche di Argan e lasciati ad essiccare prima dalla spremitura che li trasformerà in olio alimentare o cosmetico in base alla tostatura, o meno, del nocciolo stesso. Poco più lontano gli scarti attendono il riciclaggio.

Quando ormai è notte entriamo nella città di Agadir. Proprio 50 anni fa (29/2/1960), fu distrutta in una sola notte da due terremoti ravvicinati e da uno tsunami causato dal primo di questi. Oggi è una città moderna ed in espansione.
Dopo aver penato non poco troviamo il motel dove rimediamo una cena scarsa.

Incontriamo la torinese Giuliana Fea, viaggiatrice solitaria grande amante dell’Africa, la lasciamo strappando un appuntamento per domattina in modo da girare una piccola intervista.

Riforniamo i veicoli la sera stessa per averli già pronti domattina e poi andiamo a letto, infreddoliti.

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