La cucina tartara da un lato mantiene le tradizioni nazionali e dall’altro si è aggiornata grazie ai cambiamenti culturali ed economici che hanno introdotto nuovi piatti. Rispetto alla tradizione infatti oggi si usano più verdure e frutta ma anche più pesce, funghi, pomodori, prodotti esotici come mango e banane e altri ingredienti non propriamente comuni di questa terra.
Senza contare l’influenza della cucina russa. Ma la cucina tartara resta unica nel suo genere.
Il piatto più tipico della gastronomia tartara ha resistito nel tempo alle influenze della globalizzazione: i re dei fast food qui, a dispetto di hamburger e döner kebab, restano i tradizionali chebureki.
Il termine chebureki rimanda all’origine turca della pietanza: significa, infatti, “intrecciato”, “attorcigliato”. Per fare un paragone ad un piatto a noi comune possiamo pensare a un calzone fritto. Anche i russi amano questo piatto tartaro. Sono in pratica dei fagottini fritti ripieni di tenerissima carne trita di montone, agnello o vitello cotta al brodo. Ne esistono anche varianti al formaggio. All’impasto inoltre si può aggiungere vodka o grappa per renderlo più fragrante.
Una particolarità riguardo la paternità del piatto: questa ricetta è conosciuta fin dagli anni 50 anche in Finlandia che ora li ha personalizzati chiamandoli con il nome di lörtsy e considerandoli un piatto proprio. Fuori dall’Europa dell’est invece il piatto più famoso della cucina tartara resta senza ombra di dubbio la tartare, ovvero raffinata carne cruda tritata al coltello, condita con rosso d’uovo e salsa tartara.