I fossili di dinosauri rappresentano una testimonianza rara e preziosa di quella che fu la vita sulla Terra diversi milioni di anni fa. Sono sicuramente appetibili per molti collezionisti, e per questo che intorno ad essi si è sviluppato un fiorente mercato nero.
Ad essere onesta, però, non ricordo a memoria neanche una notizia che riguardasse contrabbandieri di fossili di dinosauri, fino a che mi sono imbattuta nell’arresto di Eric Prokopi, cittadino statunitense accusato di trafficare illegalmente i resti dei mastodontici animali estinti. Prokopi, che si spacciava come paleontologo commerciale, era solito effettuare viaggi in Mongolia (principalmente nel deserto del Gobi) e da lì recuperare fossili di dinosauri da rivendere sul mercato nero.
Il pezzo più pregiato era lo scheletro di un tirannosauro Rex, vissuto nella regione ora occupata dalla Mongolia, ben settanta milioni di anni fa. Ma Prokopi non si limitava ai feroci T-Rex, visto che aveva già venduto resti di Oviraptor, Saurolophus e Gallimimus.
Dopo essere stato arrestato nella sua casa di Gainesville, in Florida, l’uomo è stato costretto a consegnare il passaporto ed è ora confinato agli arresti domiciliari, con una cauzione fissata a 100 mila dollari. Inoltre, all’interno di un furgone di sua proprietà, parcheggiato di fronte all’abitazione, sono stati trovati 180 kg di fossili, con tutta probabilità anch’essi di dinosauri e destinati alla vendita tramite mercato nero. Intanto, gli inquirenti si stanno impegnando nel ritrovamento dei reperti già venduti, con la speranza di poterli riconsegnare ai rispetti paesi di origine.