Secondo un’assurda tradizione, il gatto nero porta male: guai a passare dove ha appena attraversato la strada di fronte a noi (i superstiziosi si accostano e aspettano che passi prima qualcun altro); questo felino viene visto come incarnazione del male e, per questo, anche cacciato ed ucciso.
Per cercare di eliminare questa retrograda e surreale mentalità, da dieci anni ormai, viene festeggiato il Gatto Nero Day, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’eccidio di decina di migliaia di gatti neri (si parla di oltre 30 mila) ogni anno. Quest’anno l’Aidaa, l’Associazione per la difesa degli animali e dell’ambiente, ha deciso di non scendere in piazza e al clamore ha preferito un’iniziativa più pacata, invitando le persone ad accendere un cero in ricordo dei felini barbaramente uccisi.
Oltre alla superstizione nei confronti dei gatti neri, la mattanza di questi animali viene perpetrata anche per altri motivi, come ad esempio i riti satanici, la realizzazione di pellicce e il consumo alimentare. Il gatto nero, oltre ad essere un felino, ma prima di tutto un animale come gli altri, è anche molto bello e, sebbene il suo aspetto incuta timore, non è possibile metterlo alla stregua di una “creatura del male”; iniziative come il Gatto Nero Day sono utili per rendere l’opinione pubblica consapevole di quante atrocità vengano messe in atto, spesso gratuitamente, nei confronti degli animali.