– Tempo di percorrenza ore 6,30
– Media oraria: 24,6 km/h
– Dislivello totale in salita 300 metri

La fatica del giorno prima per mettere alle spalle Croazia e Montenegro e da Budva superare i 900 metri di quota per superare la catena costiera di montagne e scendere nella capitale storica del Montenegri (Cetinje dove nacque la regina Elena) è stata ben assorbita. Nemmeno la lunga salita di 14 km. ha lasciato i segni. Del resto era ben pedalabile e tutti, nonostante il primo caldo, hanno superato l’ostacolo senza problemi giungendo in albergo prima di un temporale rinfrescante. Si ricomincia quindi a buona andatura e dopo 26 km. ed un tratto di salita raggiungiamo il lago Scutari che è idealmente tagliato in due dai confini fra Montenegro ed Albania. Strada stretta, asfaltata, ma piena zeppa di buche e scendendo verso la dogana si mettono assieme tre forature in pochi chilometri. Superiamo il confine senza problemi e coi passaporti portatici da Dubrovnica dal simpatico Beppe Tenti entrando in un altro mondo: “il terzo”. Paesaggio prettamente agricolo: qui la semina avviene ancora a mano, il mercato è ancora all’aperto e lungo le strade dove si commerciano anche scarpe, ma si uccidono e si vendono pecore al momento. Paese ancora povero l’evidenza emerge nei piccoli paesi per natura poverissimi. La strada del confine a Scutari è davvero pessima e la profondità delle buche è di 30-40 cm. L’ampiezza oltre il metro. Sorpresa in positivo siamo preceduti da un’auto che ci scorta simpaticamente sino a Scutari dove per noi è fissato un ricevimento dal console italiano che ha predisposto per il gruppo un abbondante ed apprezzato buffet. Niente bresaola valtellinese della Rigamonti, almeno per oggi, ma gustosi e morbidi panini e pasticcini. Riprendiamo da Scutari verso Tirana su di una strada in gran parte nuova, neppure segnata od indicata sulle cartine stradali, percorrendo così qualche chilometro in meno rispetto ai preventivati dalla tabella di marcia. Entriamo in Tirana nel più assoluto caos per il traffico intenso e disordinatodopo aver incocciato in una banda di giovani teppisti che ci prende a sassate. A quel punto decidiamo il dietro front e li inseguiamo, ma si dileguano velocemente a piedi. A sera per carlino Pifferi ed i suoi aiutanti lavoro supplementare per sistemare le biciclette. Anche questa fatica è superata. In serata veniamo raggiunti da una telefonata di una Radio italiana che effettuerà una registrata di oltre 15’. A riferire è il nostro team leader Alberto Pozzi che dettaglia in modo preciso quanto avvenuto indicando anche la fitta sassaiola che non ha procurato danni. Il morale è alto e la strada già percorsa ci permette di confermare che siamo buoni, se non ottimi pedalatori.