Km:147 ;
media oraria: 26,5 km/h
Dislivello in salita: 960 m
Tempo di percorrenza:ore 5

Anche oggi la prima parte della tappa si svolge nell’inferno della pista sterrata a fianco dell’autostrada in costruzione, ma il traffico di camion è meno intenso e di conseguenza anche la nuvola di polvere. Su consiglio della nostra guida Zhang, dopo una quarantina di chilometri abbandoniamo la G 312 ed effettuiamo una deviazione più lunga ma dal fondo stradale perfetto. Saliamo così ai 2000 metri di Yumen, una città industriale ingabbiata nelle condutture degli oleodotti e dei gasdotti delle raffinerie di petrolio e delle centrali termiche, per poi ridiscendere sul fondovalle proprio all’altezza della Grande Muraglia che la sbarra. E’ il passo di Jiayuguan. Quii Ming avevano eretto nel 1372 la possente fortezza di Jiayu: lo scopo era quello di proteggere l’imbocco del Corridoio del Gansu o di Exi in corrispondenza del termine della Grande Muraglia da loro riscostruita dopo secoli di abbandono allo scopo di difendersi da nuove invasioni mongole. La raggiungiamo in bicicletta per visitare l’elegante complesso dalle torri a tetti sovrapposti come quelli delle porte di Pechino e dalle spesse mura merlate disposte a formare più recinti interni. Oggi la fortezza non domina più l’antica pista della Via della Seta, ma le nuove vie di comunicazione all’altezza delle quali la barriera di argilla e di paglia della Grande Muraglia che taglia trasversalmente la valle si interrompe: la vecchia G 312, il tracciato in costruzione dell’autostrada, la ferrovia Pechino-Urumqi. Pernottiamo nella città industriale di Jayuguan, una selva di ciminiere di impianti di raffinazione di petrolio, di industrie petrolchimiche e di centrali termoelettriche. E’ la Cina del nuovo e grande “balzo in avanti”.