È un ingrediente tipico dei dolci inglesi e americani, anche se il termine tradotto in italiano non fa pensare a qualcosa di molto appetitoso: è il cremor tartaro. Eppure ora questa sostanza lievitante spunta anche in molte ricette italiane: ma è davvero più sano del lievito chimico?
In passato, a cavallo tra le due guerre e all’inizio degli anni ’50, anche in Italia per far lievitare i dolci si usava il cremor tartaro. Dalla sua evoluzione nasce il lievito moderno, sicuramente esteticamente più attrattivo. Nei Paesi anglosassoni il cremor tartaro veniva combinato con il bicarbonato di sodio per la lievitazione del pane. Oggi invece si usa prevalentemente nei dolci e, siccome molte ricette di dolci in Italia derivano dalla traduzione del testo inglese, ecco che rispunta il cremor tartaro tra gli ingredienti.
Molti lo usano perché è ritenuto più naturale, ma questo è vero solo in parte: si ricava si dagli scarti della lavorazione delle uve del vino, ma attraverso il procedimento di estrazione di sintesi. Pare che oltretutto abbia anche effetti benefici sulla salute favorendo la regolare attività dei reni.
Va detto peraltro che il cremor tartaro è sicuramente più costoso del comune lievito. Ma d’altra parte ha il grande vantaggio di essere adatto anche a chi è intollerante al lievito o nella dieta dei vegani (il lievito chimico invece spesso contiene uno stabilizzante, l’E470a, che può provenire da bovini o da suini). Se volete provarlo, potrete trovarlo sugli scaffali dei supermercati o in alternativa è acquistabile in farmacia.