[lunedì 1 marzo] Ci svegliamo in mezzo alla nebbia che sale dalla foresta tropicale e avvolge ogni cosa. Ancora un po’ umidi dalla notte all’aperto smontiamo il campo, beviamo un caffè e ripartiamo. la nostra intenzione è quella di arrivare alla frontiera con il Congo.

Dopo un centinaio di chilometri la foresta inizia a diradarsi e improvvisamente ci troviamo immersi in un paesaggio che ci fa pensare di essere curiosamente approdati in Irlanda piuttosto che in Gabon.

Maciniamo chilometri su chilometri di strada sterrata, fiancheggiando i lavori in corso della nuova strada che i cinesi stanno costruendo. Ci viene in mente il facile legame con gli alberi tagliati che abbiamo visto in questi giorni oltre che lo sfruttamento delle miniere che diversi governi africani offrono a piene mani al sol levante. Ci informano che nel solo canitiere della strada tra autisti, operai, … , sono impiegati oltre 10000 cinesi.

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Durante il tragitto attraversiamo Franceville, città natale del presidente gabonese Omar Bongo Ondimba rimasto in carica per 42 anni fino alla sua morte nel 2009. Come sempre notiamo gli inutili sfarzi e dettagli della città “presidenziale” rispetto al resto del paese.
Dopo aver acquistato un po’ di frutta e acqua ripartiamo per la frontiera mentre il sole comincia a calare.

Gli ultimi chilometri li percorriamo di notte e dopo aver svolto le pratiche doganali per uscire dal Gabon ci accampiamo, ancora una volta, in un piazzale vicino alla frontiera del Congo-Brazzaville.