Nonostante sembri tutto normale, la storia del volo MH370 è un vero e proprio mistero; innanzitutto non hanno ancora spiegato cos’abbia portato all’inversione di rotta al volo per 7 ore verso l’Oceano Indiano del Sud, poi dopo 52 giorni dalla scomparsa non è stato rinvenuto un solo indizio che possa condurre a una pista seria e attendibile.
I satelliti avevano individuato possibili rottami, ma ogni segnalazione si è poi rivelata senza esito, così come i ping andati dalla scatola nera, ora ormai totalmente inutile, anche fosse ritrovata. Ma l’uscita più contraddittoria l’ha fatta il Primo Ministro australiano Tony Abbott, annunciando che l’area di ricerca verrà ulteriormente estesa. Quindi come hanno potuto dire, tre settimane fa, che avevano trovato il luogo in cui il volo Malaysia Airlines era precipitato, dando tutti per morti?
Ricordiamo che l’Air France 447 si inabissò nell’Oceano Atlantico, profondo fino a 3.000 metri, e i primi significativi resti furono ritrovati dopo soli 5 giorni. Qui niente di niente, nonostante la più grande caccia all’aereo mai messa in atto nella storia; ok per le condizioni meteo avverse, ma navi, aerei e altre strumentazioni all’avanguardia, in grado di localizzare una palla da basket da un’altezza di oltre 100 metri, non sono riusciti a trovare un solo dettaglio riconducibile al volo MH370. Senza dimenticare che il sottomarino della marina americana Bluefin 21 ha setacciato i fondali dell’Oceano Indiano per settimane, tornando a mani vuote.
È uno scenario assurdo e inverosimile, al quale è davvero difficile credere: le domande sono tante, ma nessuna risposta. Abbott ha addirittura rincarato la dose di dubbio e di scarsa trasparenza nella vicenda, affermando che i resti dell’aereo potrebbero non essere mai ritrovati. Questo è quanto sta accadendo in merito alla scomparsa dell’aereo e delle povere 239 persone a bordo.