Torres del Paine è il parco nazionale cileno, tra i più famosi del Sud America e del mondo intero; in questi ultimi giorni, però, un incendio di dimensioni considerevoli sta bruciando interi ettari di foresta e di steppa, a causa dei forti venti, intorno ai 100-120 Km/h, che si abbattono sulla zona soprattutto durante i mesi estivi, cioè da novembre a gennaio. La situazione ora sembra sotto controllo, come ha affermato durante un’intervista, il presidente del Cile Sebastian Pinera. Fortunatamente le condizioni climatiche sono migliorate, per cui il rogo è circoscritto a tre focolai, tenuti sotto controllo. Il tempo resta sempre una minaccia, perché l’improvviso alzarsi di venti e temperature potrebbe far sfuggire di mano la situazione.
Per il soccorso al parco nazionale di Torre del Paine sono intervenuti oltre 600 vigili del fuoco, militari e agenti forestali, nel tentativo, finora contenuto, di salvaguardare la zona compresa tra i Laghi Pehoe e Sarmiento. Quello di quest’anno non è un caos isolato, perché già nel 2005 si era sviluppato un incendio di grandi dimensioni, causato da un turista della Repubblica Ceca. Torres del Paine, caratteristica formazione rocciosa famosa per i corni, Cuernos, i monoliti di granito e gli specchi d’acqua, si trova a circa 3000 Km a sud della capitale Santiago del Cile, nei pressi di Punta Arenas, all’estremità Sud della desolata e bellissima Patagonia. Finora sono bruciati quasi 13.000 ettari di vegetazione, tra steppa e foresta, una superficie pari a circa il 5% del territorio del Parco. Anche questa volta, come accaduto in passato ci sarebbe un colpevole, un turista israeliano di nome Rotem Singer, di 23 anni; le autorità hanno dichiarato che abbia anche confessato, ma sono arrivate smentite in seguito. Insomma, in qualunque caso, il colpevole di questa distruzione pagherebbe una multa degna di un divieto di sosta (circa 100 euro, fino a 300) e un massimo di due mesi di carcere, che poi sicuramente non sconterebbe.