Quando si parla di acque inquinate si pensa immediatamente ai rifiuti che galleggiano in mare ma c’è un altro tipo di inquinamento non meno dannoso per i pesci e gli altri esseri viventi marini, stiamo parlando dell’inquinamento acustico. E’ stato più volte scientificamente provato che rumori troppo forti in mare possono creare forte stress ai pesci e indurli a modificare il loro comportamento. E’ di questo avviso anche la ricercatrice del Cnr Giuseppa Buscaino che a questo tema ha dedicato diversi studi e approfondimenti. L’analisi di alcune specie di pesci del Mediterraneo ha evidenziato
una reazione di stress ai rumori forti e continui delle imbarcazioni a motore che solcano il mare tutti i giorni. In particolare il monitoraggio della reazione dei tonni al passaggio delle barche ha evidenziato che queste specie tendono a modificare la loro traiettoria proprio per evitare certi rumori forti. In questo modo rotte storiche, come ad esempio quella tra Favignana e Levanzo’, sono state gradualmente abbandonate e sostituite con traiettorie alternative. Anche gli studi sulle spigole e le orate hanno palesato modifiche del comportamento. Purtroppo il limite di questi studi è che sono stati tutti condotti nel breve termine e manca quindi una documentazione degli effetti comportamentali sul lungo periodo. Non è escluso purtroppo che possano esserci effetti negativi anche sulla riproduzione. Appare evidente l’importanza di ridurre al minimo il rumore causato dai motori delle imbarcazioni. Le associazioni ambientaliste auspicano degli interventi legislativi per limitare fortemente il traffico marino soprattutto in prossimità delle riserve consentendo la navigazione solo a barche a vela o elettriche.