[giovedì 4 febbraio] Dopo la notte decisamente tribolata, ci svegliamo all’alba ancora nel campo dei ribelli delle così dette Forces Nouvelle. Attendiamo con impazienza la scorta che ci porterà sino all’ideale confine con i territori del governo regolare. Nel frattempo andiamo a visitare le autorità locali per rispetto della loro ospitalità.

Ci lasciamo alle spalle Sipilou insieme a tutte le preoccupazioni e proseguiamo lungo la strada dissestata che il giorno prima eravamo riusciti appena ad accennare. Percorriamo poco più di centro chilometri e siamo costretti ad una sosta tecnica per sostituire la ruota anteriore sinistra del trakker. Ne approfittiamo anche per fare un po di manutenzione, in questo caso è stata fondamentale la mente organizzativa del generale Gianni Carnevale insostituibile nel reperire un pezzo a bordo del “suo” musone.

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Riprendiamo senza problemi il nostro viaggio in compagnia della scorta di Forces Nouvelle che  dopo qualche chilometro si ferma improvvisamente: siamo arrivati al confine delle zone controllate dalle loro milizie. Veniamo dunque congedati senza particolari manifestazioni ma leggiamo negli sguardi una grande fierezza.

Siamo dunque nella zona cuscinetto con le terre del governo regolare, una terra di nessuno senza particolari controlli tanto da non capirne con esattezza i confini, se non per il fatto che la strada migliora decisamente (anche se a tratti risulta nuovamente dissestata).

L’ora comincia ad essere tarda, non vediamo l’ora di arrivare ma siamo costretti ad una veloce sosta per un’altra foratura, occassione per una serie di immagini notturne decisamente spettacolari.
Dopo una quindicina di ore di viaggio e quasi cinquecento chilometri percorsi, a l’una di notte arriviamo al nostro albergo nella città di Yamoussoukro proprio nel cuore della Costa d’Avorio. L’albergo è una struttura enorme, di un lusso decisamente ostentato ma, a parte la nostra presenza, totalmente privo di ospiti.

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