[sabato 6 marzo] Lasciamo Kinshasa intorno alle 9, non prima di aver ringraziato per la gentile ospitalità. La strada lungo la quale ci accompagna uno dei locali responsabili Iveco è asfaltata per un centinaio di chilometri, dopodichè comincia lo sterrato. La nostra intenzione è quella di raggiungere la frontiera, ma le nostre aspettative saranno presto ridotte.

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Dopo altri cinquanta chilometri di strada sterrata facilmente percorribile cominciano i guai: una serie di enormi buche ci rallentano in modo smisurato. La strada, se così possiamo chiamarla, è tanto disastrata che siamo più volte costretti ad usare verricelli o funi per aiutare i mezzi a superare autentiche voragini. Oltre alle difficoltà della strada cala anche la notte, i telefoni perdono la connessione e le scorte di acqua sono quasi esaurite

Potrebbe serpeggiare un po’ di preoccupazione ma non c’è tempo di pensare ad altro e non ci perdiamo d’animo, così continuiamo a guidare e lavorare per disincagliare i veicoli. Ad un certo punto non scorgiamo più un mezzo, ha sbagliato strada ed è rimasto bloccato, grazie alle continue comunicazioni via radio fortunatamente riusciamo a trovarlo e a liberarlo in brevissimo tempo.

Intorno alla mezzanotte, troviamo un villaggio da cui ci approvvigioniamo di acqua, facciamo ancora un po di strada ma alla fine ci fermiamo lungo la strada e decidiamo di accamparci in attesa del mattino.