L’Unione Europea ha deciso, in riunione a Bruxelles, di punire l’Iran con pesanti sanzioni, a causa del suo programma nucleare, bloccando le esportazioni di petrolio con un embargo e colpendo la Banca Centrale. Quindi il negoziato sulla ripresa di un dialogo circa il nucleare è fallito, cosa che ha spinto Bruxelles a vietare, oltre al commercio con l’Iran e agli investimenti nel petrolchimico, anche il divieto di stampare banconote per conto della Banca Centrale Iraniana. I Paesi che verranno particolarmente colpiti da questo embargo, oltre l’Iran, saranno l’Italia, la Spagna e la Grecia, i paesi con la situazione più precaria nell’intera unione. L’Italia, ad esempio, importa dall’Iran ben 10 mila tonnellate di greggio ogni anno. Questo embargo potrebbe portarci a pagare cifre esorbitanti per elettricità e benzina.
Sembra che ora sia l’Arabia Saudita a incrementare i flussi di oro nero verso l’Europa, con probabili aumenti di prezzo. La provocazione era già arrivata nei giorni scorsi, quando la portaerei degli Stati Uniti Abraham Lincoln era transitata nello stretto di Hormuz. La situazione si presenta quindi molto tesa e l’Italia risentirà di questo embargo tanto voluto dall’Europa. L’Iran sta portando avanti un piano nucleare, d’accordo, ma le modalità di trattamento sembrano essere diverse rispetto a quelle adottate verso altri Paesi, come Stati Uniti e Francia, questi ultimi noti per i test nucleari nell’atollo polinesiano di Mururoa, una vergognosa parentesi mai denunciata apertamente. Una politica del genere potrebbe anche aumentare l’odio e il rancore verso l’occidente da parte di gruppi integralisti (o chi agisce sotto loro nome), sempre pronti a sfruttare ogni occasione.