Abed RabboDopo il voto di martedì scorso nello Yemen, a distanza di 33 anni, non è stato eletto vincitore il dittatore Saleh. In realtà Saleh, sconfitto dall’unico candidato Abed Rabbo Mansour Hadi, avrebbe anche potuto mantenere il suo potere, ma ha deciso di abdicare in cambio di immunità per lui e per la famiglia e della possibilità di conservare ancora per un po’ il potere. Lo Yemen, per esteso Repubblica dello Yemen, è in realtà l’unica repubblica della penisola araba, più nella teoria che nella pratica certo, ma ora, con la sconfitta di Saleh, ci sarebbero le basi per instaurare una democrazia. Ma il discorso è molto complesso perché il vincitore delle elezioni, Abed Rabbo, è un uomo della fazione politica del dittatore uscente, quindi si potrebbe gridare, come hanno fatto molti oppositori, alla farsa politica. D’altronde, in un’area calda come la penisola araba, i governi confinanti, con il beneplacito degli Stati Uniti, perché mai dovrebbero vedere di buon occhio uno stato democratico? Gli yemeniti sono stati ingannati dal cambio al governo, proprio perché non ne potevano più di Saleh, ma di fatto hanno solo permesso un passaggio di consegne. Ma sono gli stessi abitanti, intervistati, a dirsi sicuri della loro scelta, perché se ci fossero stati più candidati, probabilmente la guerra interna tra di loro sarebbe sfociata in rappresaglie violente a ripetizione. Quello che succederà nello Yemen lo sapremo solo passati alcuni mesi, quando l’operato di Abed Rabbo avrà inizio, ma sarà davvero dura iniziare un percorso verso la democrazia, soprattutto a causa delle trame saudite-americane, che vedrebbero bene un governo militare.