Km: 78; media oraria: 21 km/h
Dislivello in salita: 280 m
Tempo di percorrenza: ore 6

Meno uno. Durante la notte violenti temporali hanno imperversato con tuoni e fulmini su tutta la regione di Pechino. Sono le piogge di stagione, fino ad ora evitate, che ci danno il benvenuto nella capitale con un brusco abbassamento di almeno 15 gradi della temperatura. Dalle docce di acqua fredda alle mantelline e alle giacche a vento. Questa è la Cina! Iniziamo a percorrere l’ultima tappa sotto un cielo plumbleo e sferzati da un vento freddo che non promette nulla di buono. E’ solo la tanto attesa passerella finale, ma è proprio il momento di non distrarsi e di prestare invece la massima attenzione per evitare qualche banale incidente, perchè man mano che ci avviciniamo a Pechino il traffico disordinato e caotico aumenta di intensità. Alle porte della città ci dividiamo dai nosri pulmini. Noi proseguiremo lungo le piste ciclabili. Loro si posizioneranno per documentare il nostro arrivo. Cadono le prime gocce, poi si scatena l’uragano. L’arrivo davanti alla porta Tien An Men si svolge sotto un vero e proprio nubifragio con amici, parenti e sindaci che si stringono tutti fradici attorno a noi, tra mantelline, ombrelli, bandiere italiane, striscioni. Qualcuno forse piange per la commozione ma la pioggia nasconde ogni testimonianza. E così la cerimonia di benvenuto si svolge al riparo dell’ampio sottopassaggio che dalla piazza conduce alla porta fra la curiosità dei cinesi che vi avevano cercato riparo. Fotografie, abbracci, e l’inno italiano a lungo provato nelle sere precedenti. Poi tutti in albergo per l’attesa doccia calda. Nel tardo pomeriggio il primo impegno ufficiale: la messa nella cattedrale cattolica dell’Immacolata Concezione di Xuanwumen (la chiesa sud della porta di Xuan). Si tratta della Chiesa Cattolica Patriottica che non riconosce il Vaticano ma, ovviamente, solo il Partito Comunista Cinese da cui dipende. Il rito della messa, in inglese, è però lo stesso ed costituisce l’occasione per consegnare, in una sorta di gemellaggio, i quadri della Madonna del Ghisallo portati appositamente dall’Italia. Il giorno seguente l’importante conferenza stampa organizzata da Beppe Tenti in una splendida sala della Casa del Popolo alla presenza della stampa nazionale (RAI 1) e cinese. Discorsi dei fratelli Gianni e Alberto Pozzi, ideatori della ciclo-maratona, di Giancarlo Corbellini, tour leader, del primo segretario dell’ambasciata italiana dott. Gianfranco Petruzzella, della sinologa dott. Paola Paderni, dei sindaci di Arosio, Inverigo e di Lurago d’Erba appositamente venuti dall’Italia. Poi tante fotografie ricordo, autografi e l’inno d’Italia cantato questa volta nella sede più ufficiale.

Nel complesso abbiamo percorso quasi 14.000 chilometri in 93 tappe della lunghezza media di circa 150 chilometri l’una, con un dislivello totale in salita di 84.000 metri, quasi dieci volte l’altezza del Chomolugma, la vetta più alta del mondo e della Cina. Grazie alle biciclette da corsa, alla preparazione, all’allenamento e alla presenza dei mezzi di supporto, la velocità media giornaliera è stata molto alta: 28 km/h.

I protagonisti non sono stati atleti, ma amatori, a dimostrazione che anche persone di età matura (tranne Daniela Travella di 37 anni, tutti gli altri partecipanti superavano i 50 anni e quattro di loro i 60), se in buona salute, ben allenate e supportate da una adeguata organizzazione logistica, sono in grado di compiere imprese di alta valenza sportiva.

Una strada è stata aperta. Speriamo che, facendo tesoro della nostra esperienza, altri ciclisti, in vista delle olimpiadi del 2008 verso le quali la Cina è proiettata, ci seguano per riannodare i legami anche sportivi fra Italia e Cina facendo rivivere la leggenda della Via della Seta e dell’avventura di Marco Polo.