La tregua è difficile quando ti bombardano, vedi morire civili inermi, mentre la tua offensiva si esprime in lanci di razzi finiti in mare o facilmente neutralizzati. Non è giusta la guerra di per sé, figuriamoci quando viene condotta con una disparità mostruosa. In guerra nessuno ha ragione, hanno tutti torto, ma non è umano continuare a sterminare civili inermi.
Nella striscia di Gaza, territorio senza pace, sono state uccise oltre 90 persone, la maggior parte delle quali civili, donne e bambini. E la tv svolge il suo solito ruolo di sciacallo,perché invece di cercare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso una visione oggettiva di quanto sta accadendo, mostra immagini di corpi straziati per alzare l’audience (in sottofondo l’immancabile voce drammatica con racconto di storia strappalacrime).
Intanto i vertici mondiali, tra cui il Capo delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, chiedono una tregua, anziché intimare ad Israele di interrompere il massacro. L’ingiustizia si perpetra anche attraverso chi non condanna simili azioni. Da Gaza continuano a partire missili diretti alle città del sud di Israele, ma qui vengono prontamente intercettati senza causare danni. Quando sono gli israeliani ad attaccare, i morti si contano a decine. Le condizioni poste da Hamas per la tregua riguardano lo stop all’embargo per Gaza e la fine delle uccisioni mirate in tutto il territorio palestinese; Israele vuole applicare la tregua solo alla striscia di Gaza. Insomma, se la mediazione eseguita tramite l’Egitto non dovesse andare a buon fine, per Gaza e tutta la Palestina si prevede una situazione alquanto catastrofica, vista l’enorme disparità di mezzi bellici a disposizione delle due fazioni in lotta. Certo, potrebbero scendere in campo anche Cina e Russia, oltre che Iran, ma a questo punto calerebbe il terrore sull’intero scenario internazionale.