Km:128 ;
media oraria: 29,3 km/h
Dislivello in salita:m 775
Tempo di percorrenza: ore4,20

Meno otto. La prima parte della tappa si sviluppa a saliscendi tra colline terrazzate che ricordano le nostre Langhe, se non fosse per le coltivazioni di granoturco e le case scavate in grotta nella tenera roccia del loes. Una lunga discesa ci porta poi a Yima, una conurbazione industriale lunga decine di chilometri che ci accoglie con la più alta concentrazione di centrali termoelettriche a carbone mai vista al mondo, costruite tra i campi o a ridosso delle case, tra impianti petrolchimici e fabbriche di alluminio. Carbone dovunque. A mucchi sulle strade per essere caricato su camion e trattori e venire utilizzato come combustibile nelle case, nelle fabbriche, nei fornelli dei ristorantini all’aperto. Carbone in polvere nell’aria che respiriamo e che vela con una grigia cappa di smog un cielo diventato definitivamente sereno. Nella densa foschia le ciminiere e i camini delle centrali appaiono in lontananza come spettrali foreste di alberi rinsecchiti e di funghi cresciuti a dismisura, mentre nere colonne di fumo si alzano inquietanti verso il cielo oscurando un sole che comincia davvero a scottare. I veneti che ci hanno preceduto su queste strade nel 2001 scrivono di essere diventati tanti spazzacamini. Pensavamo esagerassero. Ma quando già alle 12,30 entriamo nella hall dell’hotel di Luoyang e ci guardiamo faccia e gambe ci accorgiamo di essere tutti rivestiti di una patina nera. E’ la polvere di carbone. Non abbiamo parole. Come si fa a parlare di qualità della vita in queste condizioni? Davvero à questo il progresso?